Cronaca di Redazione , 21/10/2024 15:21

Migrante ucciso in stazione, il Procuratore: Contesto legittima difesa

Il procuratore Raffaele Tito
Il procuratore Raffaele Tito

“L’episodio non pare collegato ad attività criminose poste in essere dal giovane 26 enne poi purtroppo deceduto, ma, anche dalla dinamica che è fin da subito emersa, appare invece essere il frutto di un forte disagio sociale o psichico nel quale egli era caduto e che sembrava incontenibile”. 
Lo afferma, in una nota ufficiale, il Procuratore della Repubblica di Verona, Raffaele Tito.
“Non credo pertanto - precisa Tito - che l’episodio possa essere valutato come indice o maggior indice di pericolosità della zona antistante la stazione ferroviaria di Verona, atteso anche il fatto, indiscutibile, che il comportamento aggressivo e apparentemente senza alcun valido movente tenuto dal giovane, prima e durante il tragico evento, era stato da lui iniziato circa due ore prima ed in una zona della città lontana dalla stazione stessa”.

Il Procuratore aggiunge: “Questo Ufficio ritiene, sotto il profilo strettamente penale, che l’episodio si inserisca certamente in un contesto di legittima difesa posta in essere dall’appartenente alla Polizia di Stato, tuttavia le indagini sono adesso orientate a valutare se vi sia stata o meno una condotta colposa. Situazione che si ha quando si ha una reazione di difesa esagerata; non c'è volontà di commettere un reato, ma viene meno il requisito della proporzionalità tra difesa e offesa configurandosi così una valutazione colposa e sbagliata della reazione difensiva”.

“Con grande lealtà d’animo, forte senso istituzionale e presumibilmente sconvolto dall’evento, l’appartenente alla Polizia di Stato — peraltro persona di grande esperienza - si è reso fin da subito disponibile a rendere, alla presenza del proprio difensore fiduciario e nel rispetto totale delle regole e dei suoi diritti, interrogatorio avanti al PM, prontamente intervenuto; atto di indagine che si è così svolto nella giornata di ieri, nel corso del quale egli ha dettagliatamente ricostruito i fatti” spiega Raffaele Tito.

“Gli ulteriori accertamenti, delegati alla squadra mobile della Questura di Verona, a dimostrazione di una incondizionata fiducia da parte di questo Ufficio, saranno adesso tesi a verificare il rispetto delle procedure, a ricostruire esattamente ciò che è avvenuto quella notte ed a scandagliare la vita del povero ragazzo deceduto. Nei prossimi giorni verranno disposte perizie medico legali e balistiche” sottolinea il Procuratore concludendo che “Questo Ufficio è già contatto con il Consolato del Mali, mentre la Questura si sta prodigando per individuare in Italia parenti prossimi”.