Cronaca di Redazione , 11/06/2024 8:01

Coldiretti: "Inquinamento da zootecnia è una fake news"

Zootecnia in crisi
Zootecnia in crisi

In occasione della 17ma Fiera di Campagna Amica e della costata a Isola Rizza, nei giorni scorsi si è tenuto il tradizionale incontro organizzato da Coldiretti Giovani Impresa Verona dedicato alla zootecnia.

In apertura, il delegato di Coldiretti Giovani Impresa, Riccardo Pizzoli ha espresso la soddisfazione di vedere gli imprenditori under 30 ancora una volta protagonisti dell’appuntamento annuale di Isola Rizza.

Quello di quest’anno era un argomento piuttosto spinoso: le fake news sulle conseguenze inquinanti del settore zootecnico. “Niente di più falso”, il commento di Giacomo Beltrame, vice presidente di Coldiretti Verona e moderatore dell’incontro, che in qualità di allevatore da carne ha sottolineato come sia invece un orgoglio produrre cibo nel pieno rispetto della sostenibilità in tutti i suoi aspetti, quello ambientale in primis. “È fondamentale smascherare i falsi ideologici sull’inquinamento– ha detto Beltrame – ed è importante educare fin da subito i più piccoli perché possano fare scelte consapevoli da grandi. Per questo da quest’anno durante la Fiera è stata allestita una fattoria didattica”. Sono stati molti i bambini della scuola dell’infanzia che hanno partecipato alle attività proposte ai più piccoli durante il fine settimana.

A dimostrare scientificamente la tesi a discapito degli allevamenti, sono intervenuti gli esperti, Giorgio Apostoli, responsabile nazionale Coldiretti delle filiere zootecniche, e Luca Buttazzoni, già dirigente dell’Associazione italiana allevatori e del Crea-Zootecnia e Acquacoltura.

“La questione dell’inquinamento dovuto all’attività zootecnica è un problema innanzi tutto di comunicazione”, ha detto Buttazzoni che, supportato da numeri e risultati di scrupolose ricerche, ha chiosato “Le emissioni di metano dei ruminanti nei paesi sviluppati non sono «il» problema e nemmeno «un» problema. Il metano infatti non si accumula in atmosfera e non ha effetti duraturi, come invece accade per la Co2”. Secondo i calcoli dell’esperto, il bilancio netto delle emissioni dovute alla zootecnia in Italia è solo del 3,25% e non del 5,18% come sostenuto da un approccio scientifico più generico, perché vanno calcolati i benefici dei pascoli e dei prati che assorbono l’1,93% di anidride carbonica. “Dovremmo – ha concluso Buttazzoni - essere tutti grati ai bovini e ai loro allevatori perché sono un elemento importante per contrastare il surriscaldamento globale”.

Gli ha fatto eco Giorgio Apostoli rimarcando quanto sia una vera e propria sfida fare l’allevatore al giorno d’oggi e ha elencato gli elementi avversi con i quali si deve confrontare quotidianamente chi conduce una stalla: dalle politiche europee legate al green deal, alle patologie sempre più aggressive, alla vera e propria invasione di fauna selvatica fino alla grave minaccia della concorrenza sleale e dell’italian sounding. “Oggi la maggior parte delle problematiche riscontrate nelle aziende agricole – ha detto – proviene dallo status di benessere che la nostra società ha raggiunto, ma questo non giustifica il fatto di equiparare l’inquinamento causato da un allevamento a quello direttamente riconducibile a uno stabilimento industriale, come è stato più volte rimarcato dalla commissione agricola europea uscente”.

Nel concludere i lavori, il presidente di Coldiretti Verona, Alex Vantini ha alzato il tiro parlando delle imminenti elezioni europee: “Basta battaglie ideologiche – ha detto – L’Italia deve fare l’Italia salvaguardando gli interessi di un Paese virtuoso che vanta un comparto agroalimentare riconosciuto da tutti come garante di eccellenze, salubrità e rispetto per l’ambiente”.