Cronaca di Redazione , 14/06/2024 11:04

Caporalato, due arresti per sfruttamento di lavoratori clandestini

Caporalato

I Carabinieri della Compagnia di Legnago e del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Verona hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare nei confronti di due persone (una in carcere, l’altra ai domiciliari), accusate associazione per delinquere finalizzata alla intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. L’ordinanza è stata emessa dal Gip del Tribunale di Verona su richiesta della locale Procura della Repubblica al termine di indagini compiute dai Carabinieri. 

Le investigazioni hanno avuto inizio nel novembre 2022, quando un cittadino marocchino si presentò dai Carabinieri di Cerea per denunciare il proprio sfruttamento lavorativo, in ambito agricolo, e quello di altri connazionali, ad opera di un connazionale, che gli aveva fornito anche un furgone, con cui doveva accompagnare a lavorare anche altri stranieri, molti dei quali privi di permesso di soggiorno. Le indagini hanno ricostruito una vera e propria organizzazione ben strutturata, con la suddivisione dei ruoli tra i soggetti inseriti nell’organizzazione e dedita al cosiddetto fenomeno del “caporalato”. 


In particolare, il titolare della società a responsabilità limitata, un 40enne marocchino residente ad Arcole, raccoglieva gli ordini da parte delle aziende avicole, industriali ed agricole e, con l’aiuto di una sua collaboratrice, una 42enne italiana residente a Sona, sceglieva gli operai da inviare sui luoghi di lavoro richiesti. In tale attività l’uomo veniva aiutato da alcuni “caporali”, sempre cittadini marocchini, i quali erano perfettamente consapevoli del fatto che gli operai che portavano sui luoghi di lavoro fossero privi di contratto e coperture assicurative, nonché clandestini nel territorio nazionale; inoltre, controllavano gli operai, raccoglievano le loro lamentele e li pagavano, così facendo da tramite tra il titolare della società e i lavoratori.  

Sono stati individuati circa 50 lavoratori, che venivano prelevati dai “caporali” tra le 3 e le 4 della notte, lungo le strade o presso le piazzole delle aree di servizio, nei comuni di Legnago, Cerea, Roverchiara, San Bonifacio, Arcole e Bovolone e condotti nei vari luoghi di lavoro e venivano pagati con pochi euro all’ora. I lavoratori clandestini, che dormivano in abitazioni fatiscenti, casolari abbandonati, occupati spesso in modo abusivo, ubicati in vari comuni della “bassa veronese”, venivano pagati in contanti con cadenza settimanale, a volte anche meno di quanto pattuito oralmente; inoltre, erano costretti a lavorare in ambienti spesso malsani, pieni di escrementi (allevamenti di animali) senza i necessari dispositivi di protezione individuale. 

Per il 40enne gestore della società è stata disposta la custodia cautelare nel carcere di Montorio, mentre per la donna sono stati disposti gli arresti domiciliari. Concluse le formalità di rito, il primo è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Verona Montorio, mentre la donna è stata accompagnata nella propria abitazione per rimanere in regime di arresti domiciliari.