Cronaca di Redazione , 14/08/2023 14:00

44enne veronese muore nel carcere di Montorio: "Aveva paura della vita fuori dalla prigione"

Cristian Mizzon
Cristian Mizzon

“Nel carcere di Verona si continua a morire nel silenzio più totale, nell’indifferenza generale, invisibili tra gli invisibili. Domenica 13 agosto siamo stati informati della morte di Cristian Mizzon, 44 anni, ci è stato comunicato da una familiare di un altro detenuto che ci segue dai nostri social”. Lo scrive in una nota l’associazione “Sbarre di Zucchero”.

Racconta di lui e della sua vita, tra abbandoni e solitudine Maurizio Mazzi, tra i fondatori di Sbarre di Zucchero, nonché volontario nel carcere di Montorio con La Fraternità e CNVG Veneto: “Cristian l’avevo conosciuto tramite una sua lettera pubblicata su Verona fedele, qualche mese fa, dove diceva che da bambino la madre aveva lasciato la famiglia, poco più avanti era morto il padre e verso i 15/16 anni anche le sorelle, con le quali viveva, lo hanno abbandonato e così è rimasto solo e per vivere girovagava e sopravviveva di espedienti, finché ha rubato in un supermercato ed è finito in carcere. Questo è quanto aveva scritto nella lettera e implorava che qualcuno gli scrivesse per non sentirsi abbandonato da tutti. Allora, tramite Fra’ Alberto, ho incominciato a scrivergli. Poi una volta mi ha risposto ringraziandomi e con toni disperati mi diceva che a novembre sarebbe uscito dal carcere e, non avendo nessuno a cui rivolgersi, avrebbe dovuto di nuovo girovagare per strada e questo lo angosciava molto, e questo lo comunicai a Fra’ Alberto. Nel frattempo ho scritto a Cristian, cercando di tranquillizzarlo, dicendogli che ci persone buone e avrebbe trovato possibilità di accoglienza. Avevo telefonato in posti che ospitano ex detenuti – Emmaus di Villafranca e una Casa di Ronco all’Adige – e di tutto ciò Fra Alberto è sempre stato informato. Come vedi dalle sue lettere, ha avuto una vita molto dolorosa, e delle sorelle che lo avevano abbandonato non ha più fatto nessun riferimento”.

Il cordoglio per la morte di Cristian Mizzon, grande tifoso dell’Hellas, arriva anche dalle parole di Matteo Barbera, agente penitenziario di Montorio e sindacalista AlSiPPe, che dice: “Era un bravissimo ragazzo, mai una discussione, sempre corretto con il personale, mi dispiace davvero tanto”.

“Non sappiamo se si sia trattato di suicidio o di morte per altre cause, quel che è certo è che Cristian aveva PAURA DEL DOPO, perché il dramma di tanti, di troppi, non è solo la detenzione di per sé, ma ciò che li aspetta fuori, una volta espiata la pena. Sbarre di Zucchero continuerà sempre a lottare contro il muro di gomma che vorrebbe tacere su questi drammatici e continui eventi. Non si può morire nel silenzio generale, quando la tua vita è nelle mani dello Stato. Mai più una/uno di meno!” chiosa la nota di “Sbarre di Zucchero”.