Carenza autisti ATV, il sindacato: Sono pagati poco

Il segretario provinciale Faisa-Cisal Stefano Ferrari interviene sulla carenza di autisti in ATV che da lunedì 9 gennaio ha sospeso 60 corse urbane negli orari pomeridiani e serali.
Ecco il testo del comunicato del sindacato:
“Già dal 2 novembre 2020 i servizi di trasporto offerti alla cittadinanza erano stati rimodulati ed in sostanza diminuiti, la motivazione è la carenza di personale! Già dallo scorso 9 gennaio, ma più intensamente a partire dal 16 p.v., il servizio offerto dall’azienda di trasporto veronese subirà un altro un calo nell’offerta di corse e zone servite, sia nei percorsi urbani che in quelli extraurbani. La motivazione è sempre quella: a causa di pensionamenti e di spontanee dimissioni (80 operatori nel 2022) il personale è insufficiente a garantire lo svolgimento dei servizi di TPL così come si sono svolti negli ultimi vent’anni: quei servizi che la Regione Veneto paga, attraverso l’Ente di Governo, ad ATV la quale, aggiungendovi gli introiti da bigliettazione, gestisce i costi aziendali e raccoglie utili.
Pertanto, da metà gennaio i fruitori (clienti) del servizio di Trasporto Pubblico Locale si troveranno a pagare (o ad aver già pagato) un abbonamento annuale e a vedersi diminuire il servizio, nonostante l’inquinamento sempre in allarme e traffico sempre più intenso e caotico.
E se ancora non basta, a causa dell’aumento dei tempi di percorrenza dovuto alle criticità del traffico e alla mancanza di personale, è stato scelto di far partire le prime corse del mattino in anticipo, cosicché i tempi di percorrenza a carico degli utenti si allungano e il servizio offerto si degrada ulteriormente, divenendo sempre meno appetibile. Così i viaggiatori devono uscire prima di casa per fare la stessa strada, e alla sera non possono fare conto sull’autobus per i loro spostamenti e il rientro alle loro case. Tutto ciò ovviamente sempre a parità di costo di biglietti e abbonamenti, e così il danno porta altro danno, in quanto i clienti sempre più si allontanano dal Trasporto Pubblico Locale e si spostano con mezzi propri, intasando ulteriormente il traffico!
Sappiamo che la situazione del trasporto pubblico a Verona è alquanto critica, mentre una città turistica di questa dimensione meriterebbe un trasporto pubblico all’altezza delle aspettative di cittadini e turisti. Invece ci troviamo dinnanzi una crisi del settore nella quale nessuno sembra voler prendere in mano la situazione e risolvere i problemi: la politica miope di ATV relativamente alle retribuzioni contribuisce a ridurre il servizio ai cittadini, pur mantenendone inalterato il costo. E questa è solo una delle molteplici problematiche: vogliamo parlare dello stato delle officine ATV che sono anch’esse sotto organico oramai da anni?
E sempre a causa di scelte aziendali quantomeno discutibili: cercare di trovare personale specializzato sottopagandolo rispetto alle offerte delle officine private è un’operazione evidentemente impossibile. Con l’esito che in ogni settimana dell’anno, nei vetusti capannoni aziendali stazionano una pletora di autobus fermi in attesa di manutenzione. Questa precarietà, questa mancanza di volontà organizzativa diventa maggiormente evidente in estate, quando puntualmente i climatizzatori non funzionano e clienti ed autisti viaggiano in contenitori al cui interno si varia tra i 38 e i 43 gradi, e ogni anno la situazione si ripete ed aggrava nonostante le ripetute segnalazioni di sindacati e cittadini.
Per far fronte ai disagi che abbiamo segnalato, confidiamo nell’attuale Amministrazione Comunale e in un (auspicabile) balzo d’orgoglio degli amministratori provinciali!
Durante l’Amministrazione Sboarina, i rappresentanti dei lavoratori non sono stati mai convocati sulle scelte della mobilità: nemmeno una volta in 5 anni! Cosa mai accaduta prima: infatti fin dalle prime amministrazioni Sironi era stato istituito un tavolo permanente della mobilità che si riuniva 2/3 volte l’anno con l’Assessore, il responsabile dell’ufficio Mobilità e Traffico e un esponente della Polizia Municipale, per affrontare i problemi e migliorare la qualità della vita a Verona. Il trasporto pubblico sul territorio non ha più ricevuto sostanziali innovazioni dai primi anni ‘90, quando nacquero le c.d. “linee forti”: a Verona il trasporto urbano è stato concepito trent’anni fa: noi crediamo sia giunto il momento che debba essere adeguato alle esigenze di mobilità del terzo millennio.
E cosa serve al TPL veronese?
– Volontà e sensibilità di un management che fosse preparato per affrontare una sfida di questo genere. L’opera filoviaria in cantiere da decenni – se mai ci si arriverà – non può bastare. È necessario creare, mantenere ed estendere le corsie preferenziali inserite in zone protette per rendere il trasporto pubblico conveniente, veloce e sostenibile, creare strutture protette, piste ciclabili separate, marciapiedi sopraelevati che agevolano la salita agli anziani e alle madri, dotarsi di un sistema di semaforizzazione intelligente che consenta la precedenza all’avvicinarsi del mezzo pubblico, in modo che rimanga fermo il minor tempo possibile: si sente la mancanza di quella tecnologia che nelle città europee si vede da anni. Il trasporto pubblico deve diventare attraente, sexy…
– Reperire, formare, motivare il personale mancante: quello che guida e quello che mantiene l’efficienza: meccanici, elettricisti, elettronici, informatici.
E cosa fa ATV?
– a fronte dei disagi alla cittadinanza e soprattutto ai propri clienti, nel momento della massima mancanza di conducenti ha dato la disdetta al contratto di lavoro a 800 dipendenti, a quello stesso contratto con cui i dipendenti, nel 2012, avevano rinunciato a parte del loro stipendio per risanare l’azienda in difficoltà!
Complimenti! Manovra molto arguta a fronte di stipendi tra i più bassi in Italia ed una carenza di manodopera di dimensioni mai viste prima d’ora…
Il Cda di ATV con il Presidente Bettarello, a fronte di una previsione di perdita nell’anno 2022 (dovuta soprattutto al rincaro dei carburanti e al mancato ristoro dello Stato) ha dato disdetta al contratto integrativo mandando il settore in fibrillazione e riducendo ulteriormente la probabilità che qualcuno si presenti per fare l’autista e incentivando invece la fuga di altri già in pianta organica.
Il paradosso poi è che, riducendo i chilometri percorsi ATV ci rimette il contributo chilometrico, ma incassando gli stessi importi da biglietti e abbonamenti (ed erogando un servizio minore), per assurdo rischia pure di guadagnarci!
Infine, se parliamo di bilanci, dobbiamo dire che sono composti di entrate, entrate che aumentano se tutti pagano e anche se ATV svolge – come dovrebbe – la giusta quantità di controlli. ATV oggi mette in servizio tra i 2 e i 3 verificatori, oltre ai quali si avvale di 2/4 guardie giurate: per un servizio di almeno venti ore al giorno su una rete di 72.000 mila chilometri, ci sono in organico meno di 7 persone per coprire i controlli di tutta una città di 260.000 abitanti e di una vasta provincia di 1.200.000 cittadini. Pensate che sia sufficiente?
In passato, ad ogni selezione erano centinaia le persone che si presentavano… il costo della vita era più basso, e si credeva che ATV prestasse maggior attenzione al personale. Oggi invece, con in peggioramento delle turnazioni di lavoro e le retribuzioni sempre meno attraenti, se si presentano 15/20 persone a concorso è una festa. Gli stipendi di un neoassunto viaggiano sui 1.100€, ovviamente senza calcolare lo straordinario che il nuovo arrivato è costretto a svolgere per riuscire ad arrivare a fine mese a Verona, e tutto ciò mentre ATV in 10 anni ha messo da parte più di 20 milioni di euro!
Noi già nel 2019 avevamo segnalato il problema e combattuto una dura battaglia sulla questione salariale, c’erano stati ben tre scioperi con relative manifestazioni. Il Direttore Zaninelli aveva garantito che avrebbe risolto la situazione, ma così non è stato, ed eccoci qui al punto e a capo.
ATV è divenuta un’azienda che pensa solo a salvaguardare sè stessa e non al servizio che dovrebbe produrre: il trasporto pubblico all’altezza di una città moderna ed europea.
Il fatto poi, che in ATV sia entrata “Ferrovie Nord Milano” – aldilà di ipotetici vantaggi che ancora non si sono visti – ha creato una distorsione nell’obbiettivo per cui quest’azienda era stata creata. Il servizio di trasporto pubblico veronese non è più dedicato ai cittadini di Verona e provincia: con la formulazione attuale è interessato soprattutto a produrre utili, metà dei quali vanno ad arricchire la Regione Lombardia (e intanto il servizio peggiora…).
Per discutere di tutti questi argomenti, nei giorni scorsi questa organizzazione ha chiesto un incontro con il Comune di Verona ed in particolare con il Sindaco, e vi terremo informati sul seguito”.