Cronaca di Redazione , 03/01/2023 18:25

Parla Zaia: Su Crisanti mai detto nulla, ho tentato di fare squadra

Luca Zaia
Luca Zaia

”Ho scoperto ci sono quattro telefonate mie, io non ero intercettato, mi hanno detto che non potevano essere pubblicate, ma non importa, sono responsabile di quello che dico, e lo confermo. ma la roba straordinaria è che io parlo in veneto e sono tutte in italiano”. Lo ha rivelato stasera Luca Zaia, a proposito delle intercettazioni diffuse da Report, intervenendo a un incontro a Cortina D’Ampezzo.

Al professor Crisanti “non sono mai state negate le risposte, gli investimenti, e tantomeno, ad oggi, anche se non che fine abbia fatto il comitato scientifico per il Covid, nessuno ha mai sostituito il professor Crisanti” ha aggiunto il governatore del Veneto. 

“Resta un valido professionista – ha aggiunto Zaia riferendosi al microbiologo – Non ho nulla da dire, mi spiace. Ma, mettevi nei miei panni: era l’agosto 2020, io ero in vacanza, mi chiama un giornalista che mi dice: ‘il professore ha distribuito tutte le copie dei whatsapp che gli hai mandato’…. Queste erano le mie giornate”. 

“Parlo con dolore di questa vicenda – ha aggiunto Zaia -, ho tentato fino in fondo di fare squadra, dopodiché la situazione è stata di continue affermazioni pubbliche, dove mi sono trovato con dirigenti attaccati, tutti i primari di microbiologia che si sono trovati attaccati. Io ho dovuto anche fare una scelta. Queste sono le mie giornate, e andranno avanti all’infinito”, ha concluso.

Sul rapporto con il prof. Andrea Crisanti “se fate ricerche di mie dichiarazioni non ne trovate in due anni e mezzo, avrete tentato in tutte le maniere, ma non ho mai dichiarato nulla” ha poi sottolineato Luca Zaia. 

“Devo dire – ha poi proseguito – che io ho sempre creduto al lavoro di squadra e l’ho sempre portato avanti. In team abbiamo altri accademici, potrei fare una lista infinita di accademici che sono tutti nel Comitato tecnico scientifico regionale Covid assieme al professor Crisanti”. 

Sul rapporto con il microbiologo, Zaia ha detto che “l’ho conosciuto dopo il 21 febbraio 2020. Accade il primo decesso, purtroppo, il signor Trevisan di Vo’. Io, quella sera, da solo, decido di chiudere Vo’, di fare 3.500 tamponi. Sta diventando una leggenda metropolitana. Questo professore, che io non conoscevo e non avevo mai sentito e mai visto, mi chiama, e secondo me con un’intuizione mi dice che ho fatto una roba che non esiste nel mondo scientifico. ‘Lei, mi dice, ha tamponato 3.500 abitanti, li ha chiusi, e quindi ha creato un’enclave dove noi possiamo studiare il virus. Mi finanzia, credo fossero 300mila euro, il giro dei tamponi alla fine della quarantena, e vediamo cosa è accaduto’. Alla fine abbiamo visto che 83 positivi erano diventati negativi, abbiamo visto che c’era la negativizzazione. Poi tutta una serie di altre riflessioni che competono al professore e al mondo accademico”. 

“Ma i tamponi li ho fatti io, lo dico non per narcisismo ma perché il tavolo dei tecnici mi aveva detto che non si poteva fare perché era contro le linee guida dell’Oms”, ha concluso.