Zaia in Commissione: Se ho compiuto illegalità denunciatemi

“Siamo tutti pagati, voi quanto me, dai veneti per fare il nostro mestiere, giusto? Io dico: se siete così convinti, dopo questo Consiglio regionale, che ci sia qualcosa di illegale, qualcosa, comunque, che è stato gestito in maniera maldestra, che ravveda responsabilità personali, individuali del sottoscritto, dell’assessore, di qualche tecnico, metteteci la faccia una volta: andate in Procura e fate una denuncia”. Lo dice il presidente del Veneto Luca Zaia ai consiglieri regionali di opposizione sulle critiche alla gestione della ‘battaglia ‘ dell’esecutivo al Covid.
“Almeno chiariremo una volta per tutte la verità – aggiunge -. Noi non abbiamo nulla da nascondere e non ci sentiamo neanche nella condizione di essere trattati come dei lazzaroni o dei poco di buono. Io non vengo qua né a giustificarmi e né a farmi processare, ma vengo qua a dirvi come è stata questa storia”.
Zaia ha ribadito: “Noi ci mettiamo la faccia tutti i giorni perché prendiamo decisioni. Sono decisioni codificate, comunque sancite dalla legge, perché i miei tecnici sanno che la mia parola d’ordine è sempre una, la legalità. A me quelli che giocano la schedina lunedì mattina mi fanno sorridere: non è facile gestire questa tragedia, mai avrei pensato da amministratore di trovarmi davanti a questa tragedia”.
“Quella sera sono stato io a decidere i 3.500 tamponi a Vo’” dopo la morte di Adriano Trevisan. Ha aggiunto Zaia parlando davanti alla quinta commissione del Consiglio Regionale sulla seconda ondata del Covid, come richiesto dalle opposizioni. “Quella sera – ricorda – si decise di fare i tamponi a tutti, mettendo le tende davanti all’ospedale e facendo di Schiavonia un ospedale Covid”. Zaia si attribuisce un merito: “il sottoscritto dovette chiudere le scuole – sottolinea – i teatri, il Carnevale che era in corso”. Al professor Andrea Crisanti, sostiene il l Governatore, “va il merito della macchina per fare i tamponi”.
“La sera della riunione, ormai lo sapete, perché l’ho detto un miliardo di volte, ma c’è ancora qualcuno che non l’ha capito nei meandri della stupidità umana, quella sera io ho deciso, contro il parere del tavolo, contro il parere del tavolo che si era riunito, di praticare i 3500 tamponi a Vo’” sottolinea Zaia ripercorrendo le tappe delle decisioni prese sul Covid dall’esecutivo davanti all’assemblea dei consiglieri veneti.
Una azione presa “contro il parere del tavolo – rimarca – perché giustamente la dottoressa Russo mi disse: ‘ma, scusi, l’Oms non dice di fare i tamponi a tutti gli asintomatici, ma di farli solo a coloro che hanno sintomi e quali erano quelli con i sintomi?’” L’esito della decisione di Zaia fu che “quei tamponi riscontrarono la bellezza di 88 o 83 positivi asintomatici che noi andammo a isolare nelle loro abitazioni e che poi nei 10 giorni di isolamento erano una decina, allora, una decina di giorni dopo, si negativizzarono”.
Il Governatore ricorda che quelle “furono le prime fasi delle decisioni, furono le fasi nelle quali il sottoscritto dovette decidere di chiudere le scuole, di chiudere le chiese, i teatri, di chiudere il carnevale che era in corso, tanti dicono, gli esperti, no, quelli che sanno sempre tutto; tanti dicono: ah, ma io so come si fa. Qualcuno ancora oggi non riesce a spiegare – aggiunge – per quale motivo il virus è entrato nella stessa giornata a Codogno e in Veneto”.
Con le piazze piene col Carnevale di Venezia “abbiamo sospeso il lunedì – puntualizza Zaia – perché poi martedì non si è più fatta la chiusura, non abbiamo avuto gli esiti degli altri territori e così parte il virus con Vo’”.