Il Verona Piano Festival alla Chiesa di San Domenico al Corso

Si apre «Nel cuore del Lied europeo» il settembre del Verona Piano Festival, cartellone ideato dal maestro Roberto Pegoraro che anima attraverso la magia della musica classica i più rappresentativi luoghi dell’arte e della cultura del territorio veronese. Quel luogo metafisico, il Lied, appunto, dove poesia e musica si incontrano per raccontare emozioni senza tempo. Ed è questo il titolo della serata che vedrà protagonisti lunedì 8 settembre alle 21 il pianoforte di Stefano Romani e la voce del mezzosoprano Ida Maria Turri in uno dei gioielli più preziosi, sebbene meno conosciuti, dell’architettura sacra veronese: la chiesa di San Domenico al corso (in via del Pontiere, 30).
Il programma. Da Schubert, con la celebre Rastlose Liebe, a Brahms e i suoi struggenti Zigeunerlieder, fino alle affascinanti armonie di Mendelssohn, Debussy e Duparc, il concerto esplorerà il linguaggio profondo di questa forma musicale. Completano il programma brani tratti da componimenti di tre compositori britannici, Frank Bridge, Edward Elgar e Roger Quilter, poco noti al grande pubblico, ma che sorprendono per qualità e freschezza d’invenzione. Un percorso che svela la bellezza di uno dei generi più ricchi della tradizione musicale europea. L’ingresso è libero.
La visita alla chiesa. Ad impreziosire la serata, come da tradizione per il format del Verona Piano Festival, la visita guidata alla chiesa di San Domenico al corso, a cura di Priscilla Fiazza, con inizio alle 20.30 (l’ingresso è riservato ai possessori del biglietto): un gioiello barocco incastonato nel quartiere Cittadella, luogo di culto prima cattolico e poi luterano, riaperto dopo i restauri poco più di un anno fa e oggi sede di concerti e conferenze.