Attualità di V.V. , 26/09/2025 11:37

VIDEO | Il cardinale mediatore Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, dialoga con i veronesi

Servizio TgVerona

“In un mondo che tende all’individualismo, la partecipazione di popoli per quanto sta succedendo in Terra Santa evidenzia che c’è una coscienza collettiva che ha il senso della fraternità, della giustizia, della dignità, dell’umanità”: così il cardinal Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini in videocollegamento in diretta con la cattedrale di Verona nella serata di giovedì 25 settembre.

Accolto da un lungo applauso dal migliaio di presenti e introdotto dalle parole del vescovo Domenico Pompili – che ha ricordato lo storico e forte legame tra la Chiesa di Verona e quei luoghi, soprattutto attraverso la solidarietà e i pellegrinaggi – Pizzaballa ha dialogato per circa 90 minuti con il direttore artistico di Poeti sociali Daniele Rocchetti e con i partecipanti.

“La situazione è in continuo peggioramento – ha sottolineato – con i palestinesi a Gaza che fanno i conti con la mancanza di cibo, acqua e medicinali, con i bombardamenti e un clima pesante che fa perdere fiducia e lascia sempre più spazio agli estremismi; quelli in Cisgiordania assistono impotenti a coloni che si possono permettere ogni tipo di sopruso senza che nessuno li fermi». In generale, tra israeliani e palestinesi, dal 7 ottobre 2023 ad oggi, è andato a crearsi un solco profondo e doloroso che difficilmente sarà superabile in breve tempo, perché «non c’è più spazio per l’altro e per il dolore dell’altro”.

In tutto questo, per il Patriarca l’unica via percorribile è quella del trinomio “giustizia – verità – perdono”: “Vediamo ingiustizie ed umiliazioni tutti i giorni a cui non vogliamo arrenderci; dobbiamo essere capaci di dire la verità con uno stile propositivo e senza per forza erigere barriere; non c’è poi altro modo che il perdono perché la violenza genera violenza, mentre dobbiamo far emergere il desiderio del perdono”.

Davanti al “crimine immane perpetuato da Hamas il 7 ottobre” e alla risposta “ingiustificabile e sproporzionata” di Israele “la soluzione di due popoli e due Stati rimane l’ideale anche se in questo momento non è reale”. Per i cattolici in Terra Santa, piccolissima minoranza, c’è una vocazione specifica secondo Pizzaballa, che “è prima di tutto vivere da cristiani, affidandosi alla preghiera anche come modo di non lasciarsi schiacciare dalla violenza; scegliendo di non rinchiudersi nell’isolamento ma di insistere sul senso di comunità, sulla solidarietà, sull’apertura all’altro; testimoniando la propria fede che si fa carità, con gesti di luce e coraggio. La storia ci dice che questa terra è segnata da conflitti, per cui dobbiamo accettare di stare dentro questa situazione, scegliendo però il modo di farlo”.

Di Terra Santa si tornerà a parlare in vari momenti della rassegna Poeti sociali (1-5 ottobre), in particolare l’incontro “Una parabola di speranza” con Daoud Nassar, che con la sua famiglia palestinese cristiana gestisce il progetto della fattoria chiamata Tent of Nations (Tenda delle Nazioni) a sud di Betlemme seguendo il motto “Ci rifiutiamo di essere nemici” (venerdì 3 ottobre alle 18 nella Sala Convegni della Gran Guardia) e il dialogo tra don Martino Signoretto e suor Lucia Corradin “Curare i bambini: a Betlemme un’impresa di Dio” organizzato in occasione dei 20 anni dell’associazione Aiuto Bambini Betlemme, con sede a Verona, che si impegna a sostenere il Caritas Baby Hospital, l’unico ospedale esclusivamente pediatrico della Cisgiordania che accoglie senza alcuna distinzione (sabato 4 ottobre alle 18 presso la Società Letteraria Verona, Piazzetta Scalette Rubiani 1).

Tante pure le testimonianze su come essere segni di fraternità in situazioni di buio; tra queste le tre che verranno proposte nel pomeriggio alle 16.30 presso la Società Letteraria: Azezet Habtezghi Kidane, nota anche come Suor Aziza, nata in Eritrea e che per tanti anni ha offerto aiuto e denunciato soprusi in Sudan, Etiopia e Terra Santa (giovedì 2 ottobre); Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi che tutti i pomeriggi nel piazzale davanti alla stazione di Trieste si prendono cura dei migranti che arrivano dalle rotte balcaniche (venerdì 3); Alganesh Fessaha, fondatrice e presidente della ong Gandhi rivolta al sostegno di bambini, adolescenti e donne attraverso progetti di assistenza in diversi Paesi africani, in Europa e in India, oltre che alla denuncia di veri e propri “lager” per migranti nella penisola del Sinai, in Libia e in Sudan (sabato 4).