Il rapporto Inail sulle malattie professionali: ecco i settori più colpiti

Nel 2024, le denunce di malattie professionali in Italia hanno raggiunto una cifra senza precedenti negli ultimi cinquant’anni: oltre 88mila casi segnalati all’Inail. Si tratta di un dato che, a prima vista, potrebbe destare allarme, soprattutto se confrontato con le quasi 73mila denunce dell’anno precedente, registrando così un incremento del 21,8% in soli dodici mesi. Tuttavia, secondo quanto emerge dalla Relazione annuale dell’Istituto, presentata lo scorso 3 luglio a Roma dal presidente Fabrizio D’Ascenzo alla presenza del Capo dello Stato, questa crescita non va interpretata come un indicatore di un peggioramento delle condizioni di lavoro nel nostro Paese.
Al contrario, è il segnale di un cambiamento culturale in atto: una maggiore consapevolezza da parte dei lavoratori e dei medici certificatori, accompagnata da un progressivo ampliamento delle patologie riconosciute ai fini assicurativi. Si denunciano di più le malattie professionali non perché il lavoro sia necessariamente più dannoso, ma perché oggi esiste una maggiore attenzione ai sintomi, ai rischi e ai diritti di tutela.
I soggetti coinvolti sono stati circa 58mila, in crescita del 18,7% rispetto all’anno precedente. In molti casi, un singolo lavoratore ha segnalato più patologie, contribuendo all’aumento del numero complessivo di denunce. Come negli anni passati, la maggioranza dei casi riguarda gli uomini (circa il 74%), ma anche tra le lavoratrici si registra un'attenzione crescente verso la prevenzione e la salute professionale.
Tra le patologie più diffuse si confermano quelle legate al sistema osteo-muscolare e connettivo, che da sole rappresentano oltre tre denunce su quattro. Parliamo di disturbi spesso legati a posture scorrette, movimenti ripetitivi o carichi eccessivi, come lombalgie, sindromi del tunnel carpale, patologie vertebrali o infiammazioni delle articolazioni. Seguono, per numerosità, le malattie del sistema nervoso, in particolare ancora una volta la sindrome del tunnel carpale, e le patologie uditive, con oltre 5mila casi di ipoacusia da rumore. Da non sottovalutare le patologie tumorali, che rappresentano il 6,4% del totale e comprendono gravi condizioni come mesoteliomi pleurici da amianto e tumori maligni delle vie respiratorie.
Un altro segnale da leggere con attenzione riguarda l’ambito psichico e comportamentale: anche se le denunce restano numericamente contenute (meno di 500 casi), si osserva una lieve prevalenza femminile, un dato che potrebbe riflettere un maggiore carico emotivo o stress psicosociale in determinati ambienti lavorativi.
Dal punto di vista settoriale, l’industria e i servizi restano il comparto con il maggior numero di denunce (oltre l’83%), seguiti dall’agricoltura e dal settore pubblico. L’aumento più significativo rispetto al 2023 si registra proprio nell’industria e nei servizi, con oltre 73mila denunce, ma anche l’agricoltura mostra una crescita marcata, segnale che la fatica fisica e l’esposizione a rischi ambientali restano elementi critici.
Anche la geografia del fenomeno offre spunti di riflessione. Le denunce sono più numerose nel Mezzogiorno, seguito dal Centro e poi dal Nord, ma sono alcune regioni del Centro-Sud – come il Molise, l’Abruzzo e la Liguria – a registrare gli incrementi percentuali più forti. Le regioni con il maggior numero assoluto di casi restano Toscana, Puglia e Marche.
Questi numeri ci interrogano, ci spingono a non abbassare la guardia. Lo ricorda anche il presidente D’Ascenzo, sottolineando che la missione dell’Inail è rendere effettive le garanzie che il nostro ordinamento riconosce a lavoratrici e lavoratori, migliorando continuamente la qualità delle prestazioni assicurative e, soprattutto, rafforzando le misure di prevenzione.
La sfida che ci attende non è soltanto quella di riconoscere e indennizzare chi si ammala a causa del lavoro, ma intervenire prima, nei luoghi dove queste patologie nascono: nei magazzini, nei laboratori, nei cantieri, nei campi, negli uffici. È lì che si costruisce, giorno dopo giorno, la vera tutela della salute dei lavoratori.