Chikungunya: aggiornamento sul monitoraggio epidemiologico in provincia di Verona

A seguito delle indagini di approfondimento molecolare condotte per i due casi autoctoni di chikungunya segnalati in provincia di Verona a Negrar di Valpolicella - frazione di Arbizzano e ad Affi , il laboratorio di virologia dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria - Negrar ha rilevato la corrispondenza delle sequenze virali. Questo risultato conferma un legame tra i due casi, escludendo quindi l’ipotesi di eventi di trasmissione autoctona separati.
Lo comunicano i tecnici della Direzione Prevenzione della Regione, che stanno seguendo la situazione giorno per giorno.
“La Regione del Veneto – precisano alla Prevenzione - prosegue le attività di monitoraggio epidemiologico in stretta collaborazione con l’Azienda ULSS 9, il Dipartimento di Malattie Infettive/Tropicali e Microbiologia dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria – Negrar di Valpolicella, il Laboratorio di Riferimento Regionale (LRR) dell’Azienda Ospedale Università di Padova e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe)”.
“Dopo le operazioni di disinfestazione già eseguite – proseguono i tecnici regionali - l’IZSVe ha posizionato trappole specifiche nelle aree interessate, con l’obiettivo di verificare l’eventuale presenza di zanzare portatrici del virus. Si ricorda che la chikungunya non si trasmette da persona a persona, ma esclusivamente attraverso la puntura di zanzare Aedes spp. infette. Il contagio avviene quando una zanzara punge una persona infetta e, dopo un breve periodo di incubazione, trasmette il virus ad altre persone attraverso successive punture. Al momento non sono stati segnalati nuovi casi confermati di chikungunya e la situazione è costantemente sotto controllo da parte delle autorità sanitarie. È comunque importante mantenere comportamenti di prevenzione per ridurre il rischio di punture di zanzara nelle aree private, come usare repellenti cutanei anche durante il giorno, installare zanzariere alle finestre e porte, ed eliminare le raccolte di acqua stagnante – anche in aree private – dove le zanzare possono riprodursi”.