Allarme Popillia Japonica: confermati i focolai nel Veronese

“L’agricoltura veronese è di nuovo sotto attacco. Questa volta è la Popillia japonica, coleottero alieno già tristemente noto in altre regioni come il Piemonte e la Lombardia dove ha già provocato milioni di danni, a minacciare la tenuta economica e produttiva di un comparto strategico per la nostra provincia. Non possiamo più permetterci che la burocrazia e la carenza di personale pubblico continuino a ostacolare la tempestiva gestione delle emergenze fitosanitarie”. È l’allarme lanciato da Alex Vantini, Presidente di Coldiretti Verona, dopo la conferma avvenuta questa mattina da parte del Crea di Firenze dei primi tre focolai di Popillia japonica nel veronese a Villafranca, Sommacampagna e Brentino Belluno.
“Verona – prosegue Vantini – è una provincia a forte vocazione agricola, ortofrutticola e florovivaistica. Ma negli ultimi anni abbiamo assistito a una progressiva riduzione degli ettari coltivati a causa di un mix letale di criticità: fitopatologie come flavescenza dorata, moria del kiwi, sharka; insetti alieni come cimice asiatica, Drosophila suzukii, Aleurocanthus spiniferus, Xylella fastidiosa; l’innalzamento dei costi di produzione – dai fitofarmaci al gasolio agricolo – e delle materie prime; l’embargo russo; gli ostacoli alle esportazioni (si pensi al Canale di Suez); la carenza di manodopera; la concorrenza sleale da parte di prodotti importati da paesi che non rispettano gli stessi standard di sicurezza e qualità; la drastica riduzione delle molecole fitosanitarie autorizzate, non sostituite da alternative efficaci; infine, i danni causati da eventi climatici estremi sempre più frequenti”.
La gestione di questa ennesima emergenza, come emerso nel recente webinar organizzato da Coldiretti Verona con esperti del settore, è resa ancora più difficile da una cronica mancanza di risorse umane presso l’Unità Fitosanitaria della Regione Veneto con sede a Buttapietra.
“È da anni – tuona Vantini – che denunciamo il sottodimensionamento degli uffici regionali competenti. Il personale, pur ampiamente qualificato e fortemente impegnato nelle sue attività, è insufficiente a far fronte alle emergenze, ai monitoraggi, alle certificazioni fitosanitarie per import ed export. Il risultato? Ritardi, incertezze, e danni economici per agricoltori e vivaisti”.
Nel corso del seminario, Paolo Frasson, Direttore dell’Unità Fitosanitaria, ha illustrato le implicazioni normative dell’eventuale conferma della presenza della Popillia japonica, classificata come organismo da quarantena prioritario: saranno introdotte limitazioni alla movimentazione del terreno, dei detriti vegetali e del materiale vivaistico, con gravi ripercussioni sul comparto florovivaistico. Gli esperti Stefania Isabella Lanza, responsabile del servizio Attività Diagnostiche della stessa Unità Fitosanitaria e Nicola Mori, docente di entomologia all’Università di Verona hanno delineato le strategie di contenimento: trattamenti, lotta biologica con nematodi, trappole a feromoni, gestione mirata dell’irrigazione. Ma tutto questo – hanno ribadito – non potrà funzionare senza personale sufficiente sul campo per il monitoraggio e la gestione logistica delle misure.
“Chiediamo alla Regione Veneto un immediato potenziamento dell’organico dell’Unità Fitosanitaria – conclude Vantini –. Non possiamo più permetterci di rincorrere le emergenze. Ogni giorno di ritardo significa più danni, più costi, meno competitività. Serve un piano straordinario di reclutamento e formazione. Gli agricoltori veronesi non possono essere lasciati soli di fronte a questa nuova minaccia”.