Attualità di Redazione , 05/08/2025 14:08

Un percorso per condannati di reati sessuali, approvato accordo tra Comune e carcere di Montorio

Il carcere di Verona
Il carcere di Verona

La Giunta comunale, su proposta della vicesindaca e assessora alla Parità di genere Barbara Bissoli, ha approvato oggi lo schema dell’accordo di collaborazione tra Comune di Verona e Casa Circondariale di Montorio per l’attivazione ad opera dei Servizi Antiviolenza del Comune, e in particolare del Centro N.A.V. - Non Agire Violenza rivolto agli uomini che agiscono violenza nei confronti delle donne, di percorsi psico-educativi rivolti agli uomini detenuti, condannati per reati sessuali, per maltrattamenti contro familiari e conviventi e per atti persecutori per i quali sia stato formulato un programma di trattamento individualizzato con finalità di recupero e di sostegno a carico del sistema penitenziario.

Con questo accordo, il Comune di Verona intende partecipare attivamente all’azione rieducativa degli uomini condannati per reati di violenza di genere, tramite il servizio del Centro N.A.V, impegnandosi a svolgere attività di sostegno psico-educativo negli spazi individuati dalla Direzione del Carcere, in diretto contatto informativo con questa e con gli operatori penitenziari e partecipando alle riunioni periodiche del Gruppo allargato di Osservazione e Trattamento (G.O.T.), così come disciplinato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria al fine di discutere il percorso intrapreso dalla persona detenuta e di confrontarsi, attraverso un lavoro “di rete”, sull’andamento del programma di recupero.

Il percorso offerto dal Centro N.A.V., che prevede una durata indicativa minima di n. 60 ore nell’arco temporale di almeno 12 mesi con gruppi di massimo 8 persone, è proposto ai detenuti per i quali sia stata predisposta l’Osservazione scientifica della personalità ai sensi del combinato disposto dell’art. 13 e 4-bis, comma 1-quater, l. n. 354 del 1975, attraverso un intervento psico-educativo individuale e di gruppo che mira a responsabilizzare la persona riguardo agli atti violenti commessi e a stimolare una riflessione sulle conseguenze del reato, in conformità con quanto previsto dall’art. 13-bis l. n. 354 del 1975.

“D’intesa con la Direttrice della Casa Circondariale di Montorio, dott.ssa Bregoli, che ringrazio per la sensibilità e per la disponibilità che ha dimostrato nell’aver accolto la proposta del nostro Centro Non Agire Violenza N.A.V., che offre percorsi di recupero per uomini autori di violenza nei confronti delle donne – sottolinea la vicesindaca Barbara Bissoli – sarà ora possibile per il Comune di Verona partecipare attivamente all’azione rieducativa dei condannati per reati di violenza di genere, così come previsto dall’ordinamento penitenziario in attuazione dell’art. 27 della Costituzione, che assegna alla pena un ruolo rieducativo del condannato e della Convenzione di Instanbul che chiede agli Stati aderenti di attivare programmi di trattamento per chi abbia agito violenza di genere, con l’obiettivo di prevenire la recidiva e proteggere l’integrità delle donne vittime della violenza. Abbiamo raccolto l’input di portare in carcere l’esperienza e la competenza dei Servizi Antiviolenza comunali dal Tavolo del Carcere, coordinato dal Comune di Verona e partecipato dal Garante dei Detenuti, offrendo con questo accordo una risposta convinta al bisogno rappresentato, anche in considerazione dello stato del percorso di ristrutturazione interna dei Servizi stessi avviato dalla nostra Amministrazione e oggi arrivato a buon punto”.