Come il lavoro può cambiare la vita dei detenuti e della comunità

"L’Amministrazione ha accolto con grande entusiasmo la proposta della Camera Penale di organizzare questa iniziativa che ringrazio, come va il mio ringraziamento speciale a chi ha promosso ma anche a chi ha consentito e favorito questo evento. Che il mondo del non profit si interessi alle prospettive di lavoro nel mondo del carcere è un dato al quale siamo ormai abituati. Ma che il profit si interessi a questo fenomeno, è una novità, una sfida che può portare a risvolti estremamente interessanti. Sicuramente il lavoro porta dignità, come porta competenze e prospettive di reinserimento nella società. Il reinserimento in un contesto lavorativo abbatte moltissimo la probabilità di recidiva e quindi deve essere interesse di tutta la comunità il contribuire a questo importante risultato. Questo in termine di sicurezza e di convivenza civile. Quindi se, oltre la mondo del non profit, anche anche quello profit si interessa al mondo del lavoro in carcere, allora forse la soluzione win-win si verifica. Cioè dare dignità e prospettive ai detenuti e maggiore sicurezza alla società”.
Questa la Dichiarazione dell’assessora alla Sicurezza e legalità, Stefania Zivelonghi a margine del convegno “Investire nella rieducazione. Come il lavoro può cambiare la vita dei detenuti e della comunità”, organizzato dal Provveditorato del Triveneto, dalla Direzione della Casa Circondariale di Verona e dalla Camera Penale.