Attualità di Redazione , 29/06/2025 8:00

"Non romperle!”, la campagna nazionale prevenzione osteoporosi a Verona

Osteoporosi

L’osteoporosi è ancora oggi considerata come un’inevitabile conseguenza dell’invecchiamento, si tratta invece di una patologia cronica che può essere trattata e prevenuta. Rappresenta una sfida nel panorama medico nazionale: sono oltre 4 milioni gli italiani colpiti da questa patologia silenziosa, dei quali quasi l’80% sono donne, e il numero è destinato a crescere. A Verona e provincia si stimano 48.000 donne e 12.000 uomini affetti da osteoporosi.

Fratture da fragilità a polsi, omero, vertebre e femore sono le principali conseguenze. A questi si aggiungono gli impatti indiretti: giornate lavorative perse, isolamento sociale, depressione, perdita di autonomia. Si stima che entro il 2034 le fratture potrebbero aumentare del 20%, arrivando a toccare quota 700 mila casi l’anno di pazienti con fratture che si rivolgeranno ai Pronto soccorso.

Per favorire un cambiamento culturale e di abitudini, è partita la campagna di sensibilizzazione “Non romperle!”. Si tratta di una vera call to action, alla quale ha preso parte con un intervento anche il prof. Maurizio Rossini direttore dell’Uoc di Reumatologia. Sulla piattaforma www.nonromperle.it è possibile trovare contenuti informativi per ogni fascia d’età per promuovere un invecchiamento sano e attivo, proteggendo le ossa.

Attenzione a diete drastiche e di tendenza. L’alimentazione è uno dei fattori principali da cui gli esperti consigliano di far partire la prevenzione. Tuttavia, negli ultimi anni hanno spopolato diete e abitudini alimentari che potrebbero compromettere la forza delle ossa. Ci sono motivi per ritenere che alcune diete possano ridurre la qualità delle ossa rendendole più fragili e vulnerabili, come ad esempio le diete ipocaloriche severe o quella chetogenica.

Vitamina D ma proteggendo la pelle. Oltre ad un’alimentazione ricca in calcio è fondamentale garantire il giusto apporto di vitamina D, in gran parte legato all’esposizione solare. Sì a stare all’aperto ma senza dimenticare la protezione della pelle nell’esposizione al sole. Gli esperti riconoscono la frequente necessità di ricorrere alla supplementazione con vitamina D, specie in età avanzata.

I falsi miti sul calcio. Il calcio viene spesso accusato di aumentare il rischio cardiovascolare e renale. Ad oggi si può affermare, grazie a solide evidenze scientifiche, che si tratta di un falso mito e che va invece integrato, così come la vitamina D, qualora ci fosse una carenza.

Prof. Maurizio Rossini, direttore dell’Uoc di Reumatologia: “Una recente linea di indirizzo ha evidenziato che una supplementazione giornaliera di 600 mg di calcio e di 2000 UI di vitamina D è spesso necessaria per soddisfare, in caso di osteoporosi e di inadeguato introito alimentare di calcio e di carenza di vitamina D, i fabbisogni raccomandati dalle linee-guida. Inoltre, l’Agenzia Italiana del Farmaco raccomanda, ove dieta e livelli ematici di vitamina D siano inadeguati, un adeguato apporto di calcio e vitamina D prima di avviare la terapia anti-fratturativa, onde evitare di vanificare l’efficacia di tali farmaci”.