Attualità di Redazione , 25/06/2025 15:08

Ats distretto 2, aumentano le criticità: le assistenti sociali chiedono ascolto

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Si è svolta oggi, presso il Comune di San Bonifacio, un’assemblea molto partecipata delle assistenti sociali del Distretto 2 della Provincia di Verona. Un confronto sentito e ricco di contenuti, da cui è emersa una forte delusione e preoccupazione.

Le lavoratrici denunciano il totale mancato coinvolgimento da parte dei sindaci per la possibile nascita nell’ATS dello stato giuridico di Azienda Speciale, anziché Consorzio, nonostante abbiano più volte richiesto un confronto con la parte politica per esporre le proprie osservazioni e timori.

L’Ambito Territoriale Sociale è un servizio istituzionale indispensabile, finanziato dai Comuni, volto a rispondere alle crescenti fragilità sociali. In un contesto in cui i trasferimenti statali verso gli enti locali sono in costante diminuzione, come già si riflette sulla qualità e tenuta di molti servizi, è lecito domandarsi se una nuova struttura — con i costi aggiuntivi legati a presidenza, direzione, consiglio di amministrazione, sede, automezzi e gestione — potrà davvero essere sostenibile senza ripercussioni sulla qualità dell’assistenza.

Come dichiarano Valentino Geri (FP CGIL), Stefano Mazzoni (CISL FP) e Stefano Gottardi (UIL FPL):

“Le assistenti sociali ci hanno chiesto aiuto perché temono un netto peggioramento delle proprie condizioni professionali e contrattuali. È mancato totalmente il confronto. Sarebbe stato preferibile optare per una soluzione giuridica più istituzionale, come un consorzio, che avrebbe garantito maggiore trasparenza, tutela per le lavoratrici e servizi pubblici davvero al servizio delle persone”.

Durante l’assemblea è emersa una preoccupazione concreta e grave: alcune professioniste stanno valutando l’abbandono della professione. Un danno per l’intera società, che rischia di perdere competenze preziose, maturate in anni di esperienza sul campo e radicate nella conoscenza dei bisogni delle comunità locali.

Siamo di fronte al pericolo concreto di una delegittimazione del ruolo pubblico nella gestione dei servizi sociali, che rischia di trasformare ciò che dovrebbe essere cura e attenzione alla persona in un’operazione burocratica e distante, con effetti negativi sul benessere della collettività.

Gestire direttamente i servizi significa garantire qualità, continuità e trasparenza. Delegarli a una struttura terza, costosa e potenzialmente inefficiente, può trasformarsi nell’ennesimo carrozzone, distante dai bisogni reali delle persone e delle lavoratrici che ogni giorno, con passione e professionalità, si prendono cura delle persone di questo territorio.

Concordemente con le assistenti sociali, abbiamo formalizzato una nuova richiesta di incontro ai Sindaci del Distretto 2. È il momento di fermarsi, ascoltare e aprire un confronto vero, prima che decisioni affrettate compromettano definitivamente la qualità e la tenuta del sistema di welfare locale.