Cia Verona: "Meloni, raccolto di qualità ma quotazioni basse"

Per i meloni veronesi si prospetta un raccolto di qualità, nonostante la stagione, dal punto di vista del meteo, non sia stata finora favorevole. Anche per questo, probabilmente, il mercato è ancora tiepido, con una domanda bassa e quotazioni insoddisfacenti.
“I frutti raccolti in questi primi giorni di giugno mostrano caratteristiche organolettiche buone – sottolinea Andrea Lavagnoli, presidente di Cia Agricoltori Verona -. Nonostante ciò, c’è da segnalare una stagione dalle dinamiche sfavorevoli. Maggio e giugno hanno segnato infatti anomalie meteo, con piogge frequenti, basse temperature notturne e sbalzi termici che hanno compromesso in parte l’allegagione, determinando una produzione più bassa rispetto alle medie storiche. Inoltre il mercato non sta ancora rispondendo come dovuto: le quotazioni sono di 20-30 centesimi più basse rispetto allo scorso anno. L’aumento delle temperature nei mesi estivi, che ci si augura avvenga come lo scorso anno a partire da luglio, speriamo porti ad un incremento della domanda. Come abbiamo più volte sottolineato, il comparto del melone ha bisogno di una strategia coordinata di filiera. Senza un patto tra produzione, distribuzione e promozione, anche i frutti migliori rischiano di rimanere sconosciuti tra gli scaffali”.
Di solito il melone fa segnare il record delle vendite tra metà giugno e luglio. Tra i preferiti dal consumatore c’è il melone retato Macigno, varietà precoce dal color arancio intenso e la polpa consistente, e il Talento, sempre precoce e retato, con produzioni molto abbondanti e a elevata conservazione post raccolta.
La superficie coltivata a meloni in Veneto è in calo costante negli ultimi anni: nel 2023 è scesa a circa 850 ettari ed è concentrata all’80% nella provincia di Verona (650 ettari), seguita da quella di Rovigo (110 ettari).