L’Ordine Ingegneri di Verona e la rivoluzione dei metamateriali

Alcuni esperti stimano che il mercato dei metamateriali raggiungerà i 10,7 miliardi di dollari nel 2030. Basterebbe questa proiezione a spiegare l'interesse della rivoluzione futura discussa ieri all'auditorium dell'Ordine degli Ingegneri di Verona e Provincia. «Creati in laboratorio e capaci di applicazioni incredibili, i metamateriali sono una frontiera vera e propria su cui stanno lavorando i settori dell'aerospazio, delle telecomunicazioni 6G e dell'intelligenza artificiale, con ampie prospettive d'investimenti sulle startup che rendono applicativa la ricerca in atto». Così l'ingegner Vittorio Bertani, responsabile scientifico del tavolo «Metamateriali e Metastrutture: la rivoluzione nell'industria e nella ricerca
Dopo i saluti istituzionali di Matteo Limoni, presidente dell'Ordine, che ha ricordato come sia «doveroso fornire opportunità di approfondimento su una tematica ancora nuova ma già capace di riscuotere attenzione a livello mondiale», il convegno si è aperto con Giacomo Oliveri, professore associato in Campi elettromagnetici nel Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica dell'Università di Trento. Proprio l'ateneo trentino ha avviato il Master di secondo livello «Multifunctional, Metamaterials and Metastructures». Alla base c'è la consapevolezza che «i metamateriali intelligenti sono una rivoluzione per il futuro». Nel suo intervento Oliveri, componente dell'Eledia Research Center, ha illustrato come metamateriali e metasuperfici multifunzionali rappresentino una «frontiera tecnologica in grado di trasformare il modo in cui controlliamo la propagazione di onde elettromagnetiche, acustiche e meccaniche, con ricadute concrete nei settori delle telecomunicazioni, del sensing e della raccolta di energia».
In particolare, l'attenzione di Oliveri si è concentrata sulle «applicazioni in ambito civile, ambientale, e meccanico, tra cui il controllo del rumore e delle vibrazioni, la protezione sismica e la progettazione di materiali intelligenti per l’edilizia sostenibile». Oliveri ha inoltre presentato il nuovo corso internazionale post-laurea di Trento, pensato per «formare una nuova generazione di ingegneri e professionisti capaci di affrontare le sfide tecnologiche più avanzate, con competenze trasversali immediatamente spendibili nei contesti industriali e professionali più innovativi».
È seguita la presentazione di una «case history», cioè quella di Phononic Vibes, spin-off del Politecnico di Milano, con relatori Giovanni Capellari, cofondatore, e Matteo Selvatici, senior R&D developer. Nata nel 2018, Phononic Vibes si occupa di controllo dell'inquinamento acustico e ha reinventato il concetto di «noise management», cioè controllo del rumore. Tramite metamateriali e metastrutture, sono stati introdotti sistemi migliori di abbattimento di rumori e vibrazioni, con applicazioni nelle intrastrutture e nei trasporti, hanno spiegato Capellari e Selvatici. La loro realtà è arrivata a collaborare di recente con Deutsche Bahn, le ferrovie tedesche, tramite lo sviluppo di MetaWindow, pareti insonorizzate trasparenti con elevate proprietà fonoassorbenti che sfruttano i metamateriali per aumentare l’efficienza acustica rispetto ai tradizionali sistemi di protezione dal rumore.
Prima dell'evento, ospitato dalla sede dell'Ordine in via Santa Teresa, durante l’assemblea degli Ingegneri è stata presentata una ricerca sul tema delle pari opportunità di genere proprio nel settore professionale degli ingegneri: «A livello provinciale, come si evince dai risultati del nostro questionario, fa riflettere la percentuale di lavoratrici madri, il 50%, contro il 75% di lavoratori padri: libertà di scelta o costrizione sociale?», l'interrogativo posto dall'ingegner Alessandra Castagna, in rappresentanza della Commissione Pari Opportunità.
Un’occasione per presentare i risultati del questionario sulle opportunità di genere proposto nei mesi scorsi a iscritte e iscritti all'Ordine. Come spiegato da Alessandra Castagna, «nella fascia sotto i 30 anni si registra una donna ogni cinque iscritti, un dato in linea con le iscrizioni nelle università». La fascia d'età in cui si tende di più verso la libera professione è quella degli over 46, anche se fra le donne il picco d'interesse si registra già fra i 31 e 45 anni. Si nota invece una forte propensione per il lavoro dipendente sia tra le donne che tra gli uomini sotto i 30 anni. In fatto di discriminazioni sul lavoro, il 75% delle donne dice di esserne stata vittima almeno una volta. «Fa riflettere, poi, la percentuale di lavoratrici madri, il 50%, contro il 75% di lavoratori che nella vita sono padri. La domanda – suggerisce Castagna – è se tale differenza sia davvero legata a una libertà di scelta o se dietro vi sia una sorta di costrizione sociale, in base a cui la donna che vuole fare carriera deve rinunciare a qualcosa in termini di progetti di vita».