Bruciature, ferite, morsi: la storia di Bruno, pastore tedesco in condizioni disperate

Costretto a vivere con un altro pastore tedesco che spesso lo mordeva in modo grave, con ferite purulente piene di vermi e bruciature. Questa la vita di Bruno, pastore tedesco che, invece di essere portato da un medico veterinario per curare le ferite, è stato “medicato” dal suo proprietario con gasolio agricolo cosparso sul corpo come se fosse un disinfettante. Questo ha comportato non solo che quelle ferite, anziché guarire, si infettassero ancora di più, ma anche che la situazione generale di Bruno peggiorasse, andando incontro a una vera e propria intossicazione da gasolio che, penetrando attraverso i tessuti, stava compromettendo anche la funzionalità di alcuni organi.
Bruno, infatti, negli ultimi 15 giorni aveva smesso di mangiare e si stava lasciando morire. Il suo corpo, ustionato dal ricorrente contatto con il gasolio agricolo, ha iniziato ad avere ferite profonde infestate dai vermi.
La segnalazione della storia di Bruno, giunta allo sportello LAV contro i maltrattamenti di Verona, ha messo subito in moto la macchina per salvarlo: grazie alle pressioni fatte al proprietario, Bruno è stato portato in una clinica veterinaria dove gli stessi medici hanno avuto difficoltà a credere ai loro occhi. Hanno iniziato una terapia immediata e ancora in corso per strappare Bruno alla morte, mettendo in atto ogni tentativo possibile di salvarlo. Ma non è ancora fuori pericolo.
Lo Sportello LAV contro i maltrattamenti di Verona, il 16 maggio, scorso ha presentato – per il tramite dei Carabinieri Forestali del Nucleo NIPAAF di Verona - una dettagliata denuncia, che ha portato, dopo solo due giorni dal deposito, al sequestro preventivo d’urgenza di Bruno presso la clinica ove era ricoverato ed al suo affido in custodia giudiziaria alla nostra responsabile della Sede LAV Verona, Lorenza Zanaboni.
“Siamo soddisfatti per la tempestività con la quale è stato gestito questo caso da parte dei Carabinieri Forestali di Verona, che ringraziamo per l’impegno e la sensibilità dimostrata, anche perché il timore che Bruno potesse ritornare nelle mani del suo maltrattatore era fondato. Speriamo, ora, che il cane si riprenda presto e poi valuteremo quando e come chiedere la custodia definitiva all’Autorità Giudiziaria per trovargli una famiglia che gli possa dare affetto e cure adeguate”, ha dichiarato Zanaboni.
“Da un punto di vista legale, inoltre, saremo pronti a chiedere giustizia affinché chi ha ridotto Bruno in questo stato possa risponderne davanti ad un Tribunale e, come LAV, preannunciamo sin da ora l’intenzione di costituirci parte civile nell’eventuale procedimento penale a carico di questa persona”, ha dichiarato l’Avv. Annarita D’Errico, responsabile nazione LAV degli Sportelli contro i maltrattamenti.
Ora Bruno, sotto la custodia di LAV, si trova in una struttura nella quale gli saranno garantite tutte le cure necessarie affinché possa riprendersi. Le sue condizioni, in via di lento miglioramento, sono ancora critiche ma confidiamo nella sua voglia di lottare per ritornare a vivere una vita lontano da chi gli ha fatto tanto male.
“Proprio ieri la riforma del Codice penale sul maltrattamento degli animali è diventata Legge. Nonostante le tante modifiche positive suggerite proprio da LAV, derivate da venti anni di lavoro sul campo con la magistratura e le forze di polizia per contrastare i maltrattamenti sugli animali, la nuova Legge non sarà, nel complesso, in grado di garantire un reale e completo passo avanti per una maggiore protezione degli animali. Gli autori di delitti efferati, come l’uomo che ha ridotto il cane Bruno in queste tragiche condizioni, potranno infatti continuare a beneficiare di un trattamento di favore, rendendo purtroppo le pene inefficaci sia sul piano preventivo che repressivo”, conclude LAV.