Attualità di Redazione , 21/05/2025 5:10

Festa del Santo Patrono, il Vescovo: Disarmiamo la comunicazione da odio e pregiudizi

Il vescovo Pompili
Il vescovo Pompili

Il Vescovo di Verona, Domenico Pompili, ha rivolto un “Discorso alla città” in occasione dei Primi Vespri nella basilica di San Zeno, che hanno aperto  le celebrazioni per il Santo Patrono di Verona.

Ecco l'intervento integrale di Mons. Pompili:

"Pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non perché costretti, ma volentieri, come piace a Dio, non per vergognoso interesse, ma con animo generoso, non come padroni delle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge”. 

Pietro sta descrivendo la personalità di chi ha una responsabilità verso gli altri e declina tre qualità indispensabili. La prima è la libertà e non la costrizione; la seconda è il disinteresse e non il perseguimento di propri interessi; la terza è l’esemplarità e non lo strapotere. Tutto questo si riverbera nel modo di comunicare. A tal proposito mi sembra che due siano ai nostri giorni i rischi da evitare nella comunicazione politica. Il primo è l’ipocrisia di chi nasconde le sue vere intenzioni, esasperando o sottostimando la realtà. Ad esempio, quando si dà una lettura allarmistica dell’immigrazione piuttosto che interpretarla in modo rigoroso. Oppure, quando si sottostima il tema della salute o della cultura. L’altro rischio è la polarizzazione del discorso politico che giunge fino al discredito, all’insinuazione, alla calunnia dell’altro. 
Comunque la si pensi, ciò che è decisivo è comprendere che la comunicazione decide della qualità di una comunità. Una comunicazione autentica genera coesione. Per contro, una comunicazione inautentica produce caos. Le “narrazioni”, infatti, non si limitano mai a trasmettere informazioni, ma danno sempre forma ad una comunità. “Occorre saggezza nel dire il vero” (D. Bonoheffer) e si richiede una “etica del discorso” contro le mistificazioni ideologiche e le condizioni sociali oppressive. Una comunicazione etica non finge di essere neutra: dichiara il proprio punto prospettico; custodisce le differenze, senza ipocrisie; sostiene un conflitto giusto, riportandolo al bene della comunità; è fatta di dialogo e l’esito di un dialogo è sempre imprevisto, prevede una corrispondenza soggettiva tra i pensieri, le parole e le emozioni; stimola e accetta la capacità critica; conosce l’importanza del non detto e dell’indicibile. 
Portare avanti una comunicazione autentica, nel pubblico come nel privato, è questione decisiva. Oggi, una delle sfide più importanti è quella di promuovere una comunicazione capace di farci uscire dalla “torre di Babele” in cui talvolta ci troviamo, dalla confusione di linguaggi senza amore, spesso ideologici o faziosi. La comunicazione, infatti, non è solo trasmissione di informazioni, ma è creazione di una cultura, di ambienti umani e digitali che diventino spazi di dialogo e di confronto. 

Disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio; purifichiamola dall’aggressività, come invita a fare papa Leone XIV, che colpisce il mondo per il suo tratto nitido e discreto. Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce. Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra. San Zeno, il cui eloquio, stando ai suoi Scritti, è stato chiaro e delicato aiuti Verona a reimparare l’arte del dialogo con tutti e su tutto.