I commercialisti di Verona celebrano 100 anni di storia

“Il 2025 è per il nostro Ordine un anno speciale, compiamo 100 anni. Questo traguardo rappresenta non solo una ricorrenza celebrativa, ma un’occasione per riflettere sulla nostra storia, valorizzare il ruolo dei commercialisti nella società e proiettarci con energia verso il futuro. Diamo ufficialmente avvio ai festeggiamenti che culmineranno con l’assemblea del 4 dicembre”. Con queste parole la presidente Eleudomia Terragni ha aperto, ieri, giovedì 8 maggio, l’assemblea generale dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Verona. Un incontro a cui hanno partecipato quasi 500 iscritti che, all’unanimità, hanno approvato il Bilancio Consuntivo 2024. Un pomeriggio all’insegna delle nuove generazioni e dell’interprofessionalità. È stato, infatti, dato il benvenuto a 25 nuovi iscritti, giovani professionisti che hanno fatto ufficialmente il loro ingresso nell’Ordine, e sono stati premiati i tutor che hanno prestato servizio durante i corsi della Scuola di Alta Formazione delle Tre Venezie.
Grande partecipazione alla tavola rotonda di approfondimento sulla governance delle nuove e moderne Srl, tra cui le società benefit. L’Italia è stata il secondo paese al mondo a introdurle, dopo gli Stati Uniti. Questa forma giuridica permette alle imprese di perseguire un obiettivo di profitto insieme a obiettivi di impatto sociale e ambientale. Un momento di confronto che ha visto presenti avvocati, notai e imprenditori. Tra i relatori, oltre alla presidente Terragni, anche Nicola Marino, presidente del Consiglio notarile di Verona, Cristina Bauco, referente dell'area giuridica della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, Lamberto Lambertini, avvocato del Foro di Verona, Massimo Sbardelaro, presidente Vecomp Spa SB. A portare i saluti Pietro Scola, conservatore del Registro Imprese della Camera di Commercio.
“Il sistema di governance deve essere capace di bilanciare efficienza decisionale e controllo – spiega Nicola Marino -, interesse dei soci e interesse sociale, profitto e responsabilità sociale, tradizione e innovazione tecnologica. In questo contesto, il ruolo dei professionisti diventa cruciale: commercialisti, avvocati e notai sono chiamati a guidare gli imprenditori nella costruzione di un sistema di governance che valorizzi le potenzialità della Srl, garantendo equilibrio tra tutti gli interessi coinvolti. È con la consapevolezza che non esiste un modello unico, ma un equilibrio dinamico da costruire: tra controllo e flessibilità, tra tradizione e futuro che dobbiamo affrontare l'evoluzione della governance”.
“L’attuale struttura della Srl consente di modellare un governo dell’impresa adattato alle particolari esigenze dei soci – afferma Lamberto Lambertini -. Occorre però considerare che il conflitto tra i medesimi soci è endemico ed occorre quindi configurare in statuto o in patto parasociale le soluzioni utili per risolvere i contrasti. Tra questi si segnala il recesso concordato, la russian roulette o altri sistemi simili. Il ruolo del professionista (commercialista, notaio, avvocato) è decisivo sia nella fase di costituzione della società, che nella fase di risoluzione del conflitto”.
“La disciplina delle s.r.l. ha conosciuto significative novità – spiega Cristina Bauco -. Sono state adottate molteplici misure volte a favorire il finanziamento delle Srl tramite canali alternativi a quelli tradizionali, a consentire la creazione di quote di categoria, contribuendo ad avvicinare, per l’effetto, la disciplina di questo tipo societario a quella ideata per la Spa anche quotata. La legge n. 21/2024, a titolo d’esempio, al fine di promuovere e incrementare la liquidità nel settore delle piccole e medie imprese italiane, ha previsto per le Srl PMI la possibilità di dematerializzare le quote di categoria mediante l'accesso al regime di gestione accentrata. L’ampia flessibilità riguarda anche il profilo organizzativo e attribuisce agli statuti scelte “di vertice” in ordine al business e alla governance della società”.
“Le società benefit sono una realtà concreta nel nostro paese e stanno crescendo con una velocità e una qualità superiore delle altre – dichiara Massimo Sbardelaro -. Nella nostra esperienza, evolverci in società benefit ci ha permesso di trasformare il modello di business e renderci più produttivi e più attrattivi per le persone fino ad elaborare una nostra formula che riassumiamo nel ‘volto umano dell’informatica’. L’attenzione alla realtà socio-economica che ci circonda ha ampliato il nostro sguardo, contribuendo a migliorare i nostri processi e diventare molto più capaci di leggere il contesto in cui operano gli studi e le aziende a cui ci rivolgiamo”.
Durante il pomeriggio è stato approvato il Bilancio consuntivo 2024. “Il bilancio chiude con un avanzo di amministrazione di oltre 670 mila euro, dopo aver rilevato una differenza positiva tra entrate e uscite correnti dell'esercizio di oltre 50 mila euro – ha spiegato Luca Signorini, tesoriere dell’Ordine di Verona –. I dati espressi nel rendiconto consuntivo sono coerenti con quanto preventivato, oltre il 40 per cento della spesa è per il personale stabilizzato. Si tratta di un bilancio positivo, che conferma la solidità dell'Ordine sotto il profilo finanziario e patrimoniale. La maggior parte delle entrate si origina dai contributi a carico degli iscritti, pari a oltre 400 mila euro. Per quanto riguarda le uscite, pari a 644 mila euro, la voce più alta è rappresentata dal personale, oltre alle spese di funzionamento dell’Ordine e da quelle per l’organizzazione di eventi di formazione professionale continua e incontri istituzionali”.
Dopo l’approvazione del bilancio, sono stati presentati i dati 2024 del comparto formazione professionale, guidato dalla presidente di commissione, Anna Fedrizzi: 887 ore totali di formazione professionale, 707 in aula e 180 online. Di queste 274 ore di formazione gratuita, il triplo rispetto a quanto previsto da regolamento e il 41% in più rispetto al 2023.
A seguire è stato presentato il bilancio di genere della Commissione Pari Opportunità, presentato dalla presidente Luisa Ceni. I dati raccontano che a Verona e provincia, dei 1889 iscritti, la maggioranza è ancora costituita da uomini (69%), le donne, infatti, sono solo il 31%. La disparità è evidenziata anche nei redditi percepiti e nella distribuzione delle cariche sociali. Un equo compenso di genere ancora oggi non è raggiunto in nessuna classe di età, eccetto nella fascia più giovane ove il differenziale uomo-donna è molto sottile, e denota un lungo lavoro da mettere in atto per raggiungere la parità di genere.