I sindaci del Garda al Depuratore di Peschiera: "Base per nuove idee insieme"

Biofiltri con cippato di albero di castagno, software intelligenti e nessuna sostanza chimica. I sindaci dei Comuni della sponda veronese hanno accolto l'invito della presidente di Depurazioni Benacensi Virginia Tortella, del direttore Ing. Luca Mignolli e di AGS Spa, e nel pomeriggio di mercoledì 2 aprile hanno visitato il depuratore di Peschiera del Garda, scoprendo le sue peculiarità e l’importanza che ricopre per il territorio e a salvaguardia del delicato equilibrio dell’ecosistema.
L’incontro ha avuto come scopo coinvolgere e rendere edotti i primi cittadini sul funzionamento del depuratore. Ma non solo. "Questo incontro - informa la presidente di Depurazioni Benacensi Virginia Tortella - vuole essere la base per dare vita a idee nuove sul territorio, nei diversi Comuni: noi abbiamo iniziative con le scuole, i giovani, ma questa è un'occasione per fare rete insieme ai sindaci e iniziare a mettere in cantiere qualcosa di nuovo per diffondere una cultura dell’ambiente. Per educare tutti, non solo le nuove generazioni".
Nonostante i suoi quarant’anni di età (è stato costruito negli anni '80), il depuratore di Peschiera tratta, in media, 143mila metri cubi d'acqua al giorno con una potenzialità di 422mila abitanti equivalenti.
EDUCARE. Molti infatti sono gli errori che tutti - e di tutte le età - commettiamo a svantaggio dell'ambiente. Dal gettare cotton-fioc e capelli nel wc fino a svuotare l'olio esausto nello scarico del lavandino (gli oli nel depuratore reagiscono con i saponi e creano delle ostruzioni nelle tubature, che si staccano e intasano le pompe dell'impianto). Gesti deleteri che implicano un impegno quotidiano e straordinario al depuratore: dalle griglie sono rimosse 70 tonnellate di materiale l'anno.
DI CHI È IL DEPURATORE? “Il depuratore di Peschiera è di proprietà al 50% di Azienda Gardesana Servizi e al 50% di Acque Bresciane: tratta le fognature miste e nere che provengono sia dalla sponda bresciana che da quella veronese del Garda – spiega il direttore di Depurazioni Benacensi Luca Mignolli -. Tra il depuratore e le due società che lo gestiscono c’è un patto "di sangue", oltre che amministrativo e di subordine nell’aspetto societario. Un patto super partes, che dura 24 ore su 24, 365 giorni all’anno: il depuratore non si ferma mai”.
LA STORIA (E LE PECULIARITÀ). L'impianto di Peschiera del Garda è nato negli anni '80; tuttavia è un concentrato di tecnologia, scelte tecniche e modalità di gestione che gli consentono di essere all'avanguardia.
I fanghi biologici di depurazione in esubero rispettano tutti i parametri per il riutilizzo in agricoltura e le acque in uscita risultano conformi alle direttive comunitarie per il riutilizzo in natura per scopi irrigui. L'impianto è ottimizzato e gestito in modo tale da ridurre i costi energetici, misurati in KWatt/m3. Tutto questo permetterà a breve di ottenere la certificazione energetica ISO 50001.
COME FUNZIONA IL DEPURATORE (IN SINTESI). All'arrivo del refluo fognario, il materiale passa attraverso varie grigliature, la prima più grossolana, l'ultima più fine (10 cm - 3 mm). Poi avviene la dissabbiatura/disoleatura (si tolgono le sabbie, gli oli e i grassi). Successivamente, se necessario, durante gli eventi di forte pioggia, l'eccesso di portata è laminato (è stoccato in vasche apposite per essere trattato successivamente alla fine degli eventi meteorici). In seguito si passa al comparto biologico, sedimentazione e trattamenti terziari (defosfatazione e microfiltrazione su sabbia). Prima della restituzione in natura l'acqua pulita è disinfettata con lampade a raggi UV. Tutti i processi fisici e biologici sono improntati al minimo utilizzo possibile di sostanze chimiche.
I PROCESSI VIRTUOSI. Il processo di depurazione avviene nelle sei vasche di ossidazione biologica con fanghi attivi: i batteri utilizzano l'ossigeno immesso per degradare (di fatto, mangiare) le sostanze biodegradabili e ossidare l'ammoniaca. Questi batteri "buoni" crescono in fiocchi ed essendo più pesanti dell'acqua, si depositano sul fondo. La quantità di ossigeno nelle vasche è controllata da un software "intelligente": analizza costantemente i livelli di ossigeno presenti e si autoregola.
L'acqua che tracima dalla vasca finale, che, come le precedenti, è continuamente alimentata, è acqua pulita. Ma non abbastanza.
Il passaggio successivo è a tutela del Fiume Mincio, dove l'acqua depurata, totalmente pulita, è restituita in ambiente. I trattamenti terziari (defosfatazione e microfiltrazione a sabbia), aggiunti nel 2013, abbattono il fosforo: limitandolo, si mantiene sotto controllo il fenomeno dell'eutrofizzazione delle acque, ovvero la crescita di alghe nelle acque. Il ruolo del depuratore è cruciale proprio perché tutela il delicato equilibrio dell'ecosistema.
E L'ODORE? Per eliminare gli odori sgradevoli sono state inseriti dei biofiltri realizzati con cippato di albero di castagno: si crea una microbiologia attorno alla corteccia che abbatte le sostanze organiche volatili, le quali si dissolvono. L'obiettivo è rimuovere le sostanze, non 'coprire' l'odore. Ed è quello che avviene.
NESSUNA SOSTANZA CHIMICA. In ultimo, la disinfezione viene effettuata con lampade a raggi UV così da evitare per questo comparto di trattamento, l’utilizzo di sostanze chimiche. L'acqua depurata viene costantemente controllata e rispetta tutti i parametri chimici ed ambientali per lo scarico in acque superficiali in area sensibile.
Le acque uscite dal depuratore sono straordinariamente pulite: lo attestano gli esami giornalieri svolti dal laboratorio interno certificato ACCREDIA e i controlli a sorpresa degli enti preposti (per esempio, Arpav). L'immissione in natura avviene nel fiume Seriola e successivo scarico nel Mincio a valle della diga di Monzambano.