VIDEO | Verona celebra gli ottant'anni della Liberazione dal nazifascismo
Commozione, speranza, tanta voglia di pace e tanta partecipazione di cittadine e cittadini hanno caratterizzato la cerimonia di commemorazione dell’80esimo anniversario della Liberazione della città che ha ricordato il proprio ruolo di primo piano nella lotta al nazifascismo come testimonia la Medaglia d’Oro al Valor Militare per la Resistenza che è stato conferita alla città nel 1997.
“Abbiamo accolto Papa Francesco in Arena, un anno fa, - ha esordito il Primo Cittadino con i due versetti di un salmo: “Giustizia e pace si baceranno”; ma anche “Misericordia e verità si incontreranno”. Negli ottant’anni dalla Liberazione credo sia il caso di ridare significato a queste due parole che risultano quanto mai d’attualità. Le guerre e l'odio non si misurano guardando ai vincenti e agli sconfitti, ma valutando se e quando si riescano a superare i sentimenti di tali condizioni. La misericordia e ancora di più la verità sono i valori che ci aiutano a superare l'odio e quindi anche la guerra, due valori che sono terreno fertile per la giustizia e la pace. Oggi è lutto nazionale. Il lutto, come ho avuto modo già di dire, ha la sua dimensione di dolore, vicinanza, consapevolezza e anche chiamata al Padre, per chi crede, ma trova anche un suo significato nel ricordo. Per questo dobbiamo evitare di limitarci a celebrare un lutto, ma anche ricordare e perdonare: misericordia vuol dire anche perdono, vuol dire superare un dolore che sembra insuperabile, un odio che sembra insuperabile. Quanto alla verità, sono tante le verità che si raccontano oggi, tra queste anche quelle che vengono costruite con la tecnologia, verità che poi prendono corpo e inquinano le acque, inquinando di conseguenza il sentire della nostra comunità. La sfilata per le vie della città è stata un doveroso obbligo istituzionale, ma anche un’assunzione di responsabilità: rappresentiamo una città insignita della medaglia d'oro al valore militare. Ne siamo stati insigniti grazie a quei valori di libertà e giustizia che oggi ci consentono di dare sfogo alle nostre espressioni, di sentirci migliori, di sentirci in diritto di parlare di misericordia, di verità, di giustizia, di pace, di dialogo, di disarmo. Che ci hanno regalato una città libera, un paese libero, un continente libero”.
La Medaglia d’Oro al Valor Militare per la Resistenza citata dal Primo Cittadino è stato conferita alla città nel 1997 dalla Presidenza della Repubblica per l’impegno e il sacrificio della sua popolazione nella lotta contro l’occupazione nazifascista durante la Seconda Guerra Mondiale. La motivazione, letta durante la cerimonia odierna di commemorazione, ricorda il contributo dei cittadini veronesi alla Resistenza, la partecipazione attiva di molti alla lotta partigiana e l’alto prezzo pagato in termini di vite umane e sofferenze.
Non a caso l’oratore ufficiale della giornata, il giornalista e autore televisivo, Paolo Pagliaro, ha sottolineato che “Le motivazioni della medaglia d’oro lette poco fa ci ricordano che il sacrificio fu molto alto: deportazioni, repressioni, bombardamenti devastanti da parte delle forze alleate, la distruzione dei collegamenti tra le sponde dell’Adige perpetrata dai nazisti. La memoria di chi rifiutò l’oppressione nazista diventa monito contro ogni forma di totalitarismo e dispotismo contemporaneo. Quei principi di libertà e rispetto reciproco sono chiamati a illuminare le decisioni di fronte alle guerre e ai conflitti in corso. Davanti alle stragi di Gaza, in Ucraina e altrove, la lezione resistenziale ci invita a non rimanere neutrali davanti all’ingiustizia. Non esiste pace senza verità e il riconoscimento delle colpe è il primo passo verso una convivenza pacifica. La lotta partigiana non fu mera guerra armata, ma progetto etico, fondato sul coraggio di scegliere il bene comune. Questo coraggio si traduce oggi nel dovere di accogliere i rifugiati, di combattere l’indifferenza e di offrire aiuto concreto.
Difendere la democrazia significa praticare il dissenso creativo e rinnovare il patto civico con azioni concrete ogni giorno. Il volontariato e la gestione partecipata dei beni comuni sono esempi di come i cittadini possano incarnare quei valori resistenziali. La memoria non è un reliquario, ma una guida viva che sollecita scelte responsabili contro ogni forma di sopraffazione. Solo facendo vivere la Resistenza nelle piccole azioni quotidiane possiamo onorare il passato e costruire un futuro di pace e giustizia”.
Il Vice presidente della Provincia di Verona, Luca Trentini, ha ribadito come “si debba far sì che il 25 aprile diventi il nostro patrimonio culturale, personale. La libertà e la democrazia sono due valori, due beni intangibili, da difendere e da tramandare soprattutto alle generazioni più giovani. Solo con questi due valori e con la pace, che anche questa non è affatto scontata, possiamo far prosperare le nostre comunità civili e gli singoli individui”.
La Presidente della Consulta Studentesca, Camilla Bardini, ha ricordato come la presenza degli studenti a una manifestazione di questo tipo non sia scontata. “Ogni anno c'è chi vorrebbe mettere in discussione la Festa della Liberazione, chi cerca di dividerla, di svuotarla, di trasformarla in uno scontro. Sappiamo bene che la libertà non è scontata: va difesa e riaffermata sempre. Come fare, con un tasso di abbandono scolastico altissimo? Non possiamo permetterci di diventare un paese in cui i giovani non studiano. Perché senza studio rischiamo di commettere quegli stessi errori di 80 anni fa. Di dimenticarci che ha lottato per la nostra libertà. O ancora peggio, di essere impassibili e apatici rispetto agli sconti che ci circondano. Noi siamo qui per questo. Per dire che il 25 aprile non è un anniversario vuoto. È una responsabilità”.
Le ha fatto eco la Presidente del Consiglio degli studenti dell’Università di Verona “la Resistenza italiana fu anche un tassello di quella europea che vide combattere fianco a fianco con i partigiani italiani, soldati britannici e giovani jugoslavi, ma anche indiani, etiopi e numerosi altri. Ricordiamo il coraggio di migliaia di giovani che hanno combattuto, senza sapere quale paese sarebbe nato, ma sapevano bene per quali valori. Giustizia sociale, democrazia, libertà di pensiero e di scelta. La resistenza fu anche questo, una quotidiana ricostruzione di valori, nata da un'educazione che aveva invece imposto dogmi, intolleranza, militarismo. Un movimento trasversale che ha saputo unire persone di ogni provenienza politica e civili esausti da anni di oppressione e violenza”.
La mattinata è iniziata con la distribuzione delle coccarde realizzate per l’occasione dall’Artista Anna Galtarossa alle Autorità. Erano presenti il Sindaco, Damiano Tommasi, rappresentanti della Giunta e del Consiglio, il Comandante della Polizia Locale, Luigi Altamura e quello del Comfoter di Supporto dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata, Massimo Scala e il vicepresidente vicario della Provincia di Verona, Luca Trentini. La cerimonia si è aperta con l’alza bandiera in Piazza Bra vicino al Monumento di
IN memorie dei numerosi italiani e veronesi che hanno dato la loro vita durante le guerre sono state deposte delle corone al monumento “A tutti i Caduti di tutte le Guerre”, al Monumento al Partigiano e davanti alla Targa dei Deportati nei Campi di Sterminio.
Autorità e pubblico, hanno poi formato un corteo che è arrivato in piazza Viviani per la deposizione delle Corone alle targhe che ricordano i Caduti Militari e la Battaglia in difesa del Palazzo delle Poste e quella della corona davanti alla targa della Sinagoga a ricordo della Medaglia d’Oro “Rita Rosani.” La folla è poi rientrata in Piazza Bra dove si sono tenuti gli interventi delle autorità, degli studenti e di Pagliaro davanti alla Statua Equestre.
La giornata si è conclusa con l’ammaina bandiera alle 18.