Settimana contro il razzismo, per la prima volta un consiglio aperto in dialogo con la città

Proseguono gli appuntamenti dei Consigli comunali aperti promessi dall’Amministrazione per stimolare, nell’ambito di tematiche di rilievo per la città, il dialogo con i cittadini e le cittadine. Giovedì pomeriggio, in occasione della XXI Settimana Contro il Razzismo, in programma dal 17 al 23 marzo, si è infatti tenuta una seduta speciale sul tema.
Per l’occasione sono intervenuti in aula, oltre all’assessore alle Pari opportunità Jacopo Buffolo, la prof.ssa Alessandra Cordiano del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Verona, la dott.ssa Constance Edobor in rappresentanza degli Enti Promotori della XXI Settimana contro il razzismo, Stephen Bram Operatore della Cooperativa Sociale Energie Sociali Onlus e l’ing. Mattia Peradotto direttore UNAR - Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
“Spesso – ha sottolineato l’assessore Jacopo Buffolo – quando pensiamo al razzismo siamo portati a pensare ad avvenimenti che tendiamo a relegare ad aggressioni fisiche e verbali verso individui di etnia, nazionalità o religione sgradita. Nel fare ciò non ci rendiamo conto che invece dovremmo partire da noi, dalle Istituzioni e dalle discriminazioni e micro-aggressioni che vengono perpetrate, talvolta inconsapevolmente. È molto più difficile percepire lo scandalo di leggi e procedure che sono costitutive delle disuguaglianze. Nominare le cose serve a vederle. Si chiama 'razzismo istituzionale quel complesso di norme e politiche che tracciano una linea di separazione tra chi ha diritti e chi possiede solo incerte e revocabili concessioni’. Oltre al lavoro culturale e di confronto, noi dobbiamo lavorare quindi proprio in questa direzione. Ringrazio tutte le realtà con cui abbiamo collaborato per dare il via a questa XXI settimana di azioni contro i razzismo con lo slogan Comprendi – Smantella – Ricostruisci, perché questo è quello che serve fare alla nostra società oggi, mettersi in discussione e ripensarsi in quell’ottica di società multiculturale che già stiamo vivendo, ma tardiamo a riconoscere”.
“In queste giornate di condivisione e confronto – ha evidenziato la dott.ssa Alessandra Cordiano –, la questione delle donne straniere e migranti ben esplicita la grande complessità dei temi affrontati: trattamenti discriminatori, condizionamenti culturali e difficoltà legate alla dimensione migratoria si uniscono alle tradizionali esigenze di conciliazione e di carichi di cura, rendendo la condizione femminile particolarmente vulnerabile.
L'auspicio è che queste riflessioni possano in quale modo contribuire ad aumentare la consapevolezza collettiva rispetto alla rilevanza della dimensione di genere nell'analisi dei contesti, dei processi e delle situazioni individuali”.
Nel corso dell’intervento Allessandra Cordiono ha fornito i dati relativi alla provenienza delle donne stranieri provenienti dal Report 2023 ‘Migrazioni femminili in Italia’:Provenienza delle donne straniere: 24% Romania; 8% Albania; 7,5% Marocco; 6,8% Ukraina; 5,8% Cina.
Il Paese di origine: Europa 55% di cui 32% UE; 19% Asia; 17% Africa; 8,7% Americhe.
L’età media: 37,4 anni (1 figlio Ita-32; DS-29; esigenze di conciliazione; progressivo invecchiamento).
E’ poi seguito l’intervento della dott.ssa Constance Edobor : “Quella di oggi rappresenta un'importante occasione per riflettere su un tema delicato e complesso ma necessario da affrontare, su cui lavorare in maniera collettiva. Come Enti Promotori della XXI settimana contro il razzismo, abbiamo scelto di lanciare uno slogan, per noi esemplificativo, di come trattare il tema delle discriminazioni razziali: comprendi, smantella, ricostruisci. Per noi è fondamentale partire dall'analisi individuale dei propri atteggiamenti per smantellare comportamenti sociali e norme strutturali inadeguate e per ricostruire una società più equa e giusta". La dott.ssa Edobor ha poi illustrato all’aula alcuni dei principali passaggi del Manifesto per la XXI^ Settimana contro il razzismo, che è stato consegnato questa sera a tutti gli amministratori presenti in aula.
“’Se vuoi andare veloce, vai da solo; se vuoi andare lontano, vai insieme’ – ha dichiarato Stephen Bram –.Questo proverbio africano riflette il mio percorso di crescita, partendo dall’Africa, dove non avevo mai sentito parlare di razzismo. E arrivando in Europa, dove ho invece dovuto imparare che il colore della mia pelle poteva essere un ostacolo. Ma gli strumenti e le possibilità per cancellare l'idea di ostacolo che gli altri avevano costruito, li ho trovati dentro me stesso, e dentro le persone che avevano e hanno scelto di fare propria l'accoglienza con la A maiuscola”.
“L’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali – ha spiegato Mattia Peradotto in collegamento – garantisce l’applicazione del principio di parità di trattamento fra le persone e contrasta il diffondersi di fenomeni discriminatori, assistendo le vittime, controllando l’efficacia degli strumenti di tutela esistenti e analizzando le forme e le dinamiche di manifestazione del fenomeno. Essere discriminati significa subire, attraverso comportamenti diretti o indiretti, un trattamento non paritario in virtù dell’appartenenza ad una determinata categoria. Gli atti discriminatori possono basarsi su molteplici fattori e si manifestano in numerosi ambiti della vita. In qualità di punto di contatto nazionale individuato dal Governo, l’UNAR lavora in raccordo con soggetti pubblici e privati, all’adozione di piani strategici volti ad individuare obiettivi, misure e azioni concrete in grado di evitare e compensare situazioni discriminatorie”.
Altri interventi in aula
Consigliere Lorenzo Didonè (DTS): “Verona non può essere razzista né dal punto di vista
culturale, né da quello geografico, né da quello religioso, né da qualsiasi altro aspetto. Nel passato Verona si è riconosciuta in questa visione: migliaia di veronesi sono emigrati in cerca di fortuna in altri paesi, migliaia di veronesi sono andati in altri paesi per
condividere stili di vita e culture di umanità. Verona ha una sua identità, risultato degli incontri del passato e confidando nelle relazioni può diventare la Verona che domani verrà data per normale, nuovo punto di partenza per crescere della nostra comunità”.
Consigliera Paola Poli (DMS): “Il razzismo non è solo un problema del passato, è qualcosa che se non contrastiamo con consapevolezza e azione può insinuarsi nelle nostre scuole,
nei luoghi di lavoro, nelle nostre città. Verona è una città con una storia ricca di scambi, un crocevia tra culture e tradizioni diverse. Dovrebbe essere naturale per noi vedere la diversità come un valore e non una minaccia. Quando si verificano episodi di criminalità il dibattito pubblico si concentra spesso sulle origini di chi è coinvolto, come se fosse la nazionalità un fattore determinante. La criminalità non ha colore e le azioni di pochi non possono diventare pretesto per discriminare l'intera comunità”.
Consigliere Antonio Benetti (PD): “Il razzismo non è solo una questione del passato, né un problema lontano da noi. È una sfida che riguarda tutti e che si manifesta in tante forme, dalle parole ai gesti, dalle opportunità negate alle barriere invisibili che alcuni incontrano ogni giorno nel lavoro, nella scuola, nella vita sociale. Ed è proprio per questo che non possiamo limitarci a condannarlo: dobbiamo agire.
Verona è una città ricca di storia, di cultura e, oggi più che mai, di diversità. Questa diversità non è un ostacolo, ma una risorsa: ci arricchisce, ci apre al mondo, ci offre nuove prospettive e opportunità. Tuttavia, perché questa convivenza sia autentica, serve impegno. Serve un'attenzione profonda, non solo per evitare di cadere noi stessi nei pregiudizi, ma anche per intervenire laddove vediamo discriminazioni, ingiustizie o barriere sociali”.
Consigliera Jessica Veronica Cugini (In Comune per Verona): “Quando parliamo di razzismo dobbiamo ricordare quello che racconta il ‘Sesto libro bianco Cronache di ordinario razzismo’: il razzismo è sui social sì, ma è anche istituzionale. Fa parte di quella politica che sdogana parole e azioni che discriminano, che vede il ritorno della parola razza e un uso distorto del termine etnia, pensiamo a espressioni come sostituzione etnica. La politica, come quella che vediamo nelle nuove indicazioni nazionali per la scuola primaria di Valditara che afferma che ‘solo l’Occidente conosce la Storia’. Un’affermazione che trova spazio anche in piazze a noi vicine, che non possono non provocar sgomento, perché se noi abbiamo Socrate e Spinoza, Cartesio ed Hegel, non si può chiedere ‘gli altri le hanno queste cose’. Perché si continua a riproporre una sola e unica visione quella dell’Occidente”.
Consigliere Pietro Trincanato (Traguardi): “Anche quest’anno per la Settimana Contro il razzismo dal 17 al 23 marzo in tutto il quartiere di Veronetta, anche in via XX Settembre, è stata proposta l'iniziativa ‘Siamo tutti esposti’, con l’affissione di cartelloni antirazzisti su balconi, finestre e, per l'occasione, anche sulle transenne di cantiere. Un'iniziativa semplice, ma di forte impatto nel ricordarvi che il nostro primo dovere di amministratore è quello di costruire. Costruire una città multiculturale e antirazzista, costruire una comunità più accogliente e inclusiva. Possiamo farlo con le politiche quotidiane, e potremo farlo, è importante ricordarlo, anche mobilitandoci per il prossimo referendum sulla legge per la cittadinanza”.
La consigliera Chiara Stella (DTS), ha dando lettura in aula dell’intervento pubblicato sulla ‘Stampa’ di Don Mattia Ferrari, econe un passaggio: “In questi giorni in cui si prova a rimettere al centro il valore dell'Unione Europea, ricordiamoci che essa è chiamata ad essere una casa di Pace, di Libertà, di Uguaglianza e di Fraternità: essa è chiamata ad essere una sorella che sa prendere per mano i popoli e le persone dando carne a quella solidarietà che costituisce quanto di più alto ci sia nella condizione umana”.