Dal 1° marzo una tassa sui vasi in plastica: il malumore degli operatori florovivaisti

Dal 1° marzo è entrato in vigore il contributo ambientale sui vasi in plastica per fiori e piante, che verranno trattati come imballaggi. La decisione desta malumore negli operatori florovivaisti veronesi, già alle prese con gli aumenti energetici che gravano pesantemente sui bilanci aziendali.
“Non comprendiamo come si possa applicare una tassa sui vasi di fiori, catalogandoli come imballaggi - sottolinea Massimo Fontana, presidente dei florovivaisti di Confagricoltura Verona e titolare di Fontana L’arte del Verde a San Giorgio in Salici -. Si tratta di elementi imprescindibili per lo sviluppo e la crescita delle piante, sia in fase di produzione che nelle fasi successive. Non sono quindi imballaggi, ma veri e propri mezzi di produzione, come recita il nuovo Regolamento comunitario sugli imballaggi, che entrerà in vigore dal 2026. Per i vivai con vendita al pubblico si tratta dell’ennesima gabella che andrà a gravare pesantemente sui costi di produzione, se pensiamo che tutto, dalle piantine da orto ai fiori, viene venduto nei vasetti. Parliamo quindi di migliaia di contenitori, sui quali si dovrà pagare una tassa”.
Confagricoltura auspica che la decisione del Conai (Consorzio nazionale imballaggi) venga rivista e che si possa al più presto definire un quadro applicativo in linea con quanto indicato dal nuovo Regolamento europeo. “Molte aziende florovivaistiche veronesi sono in difficoltà a causa dei costi che stanno risalendo, a partire da quelli energetici – spiega Fontana -. Dal gasolio al metano per il riscaldamento delle serre, passando dall’elettricità per l’illuminazione degli spazi interni, le spese sono esorbitanti e si aggiungono a quelle per i fertilizzanti, il terriccio, le scatole, le cassette e i trasporti. La stagione invernale non è andata bene, con un Natale piuttosto magro per quanto riguarda la vendita di alberelli e stelle. A soffrire sono soprattutto i garden, con vendita al pubblico. Ci auguriamo che la primavera porti un po’ di ossigeno per i nostri operatori, con una ripartenza dei consumi che porti ad una ripresa del settore”.
In Italia il settore florovivaistico, malgrado la flessione causata dalla pandemia, rappresenta un valore alla produzione che supera i 2,6 miliardi di euro. Il saldo attivo della bilancia commerciale è di oltre 400 milioni di euro, per un totale di 27mila imprese che danno lavoro a più di 100mila addetti. In Veneto le aziende florovivaistiche sono circa 1.300, per circa 2.500 ettari coltivati.