Attualità di Redazione , 21/03/2025 15:40

Violenza ai sanitari: Questura, Carabinieri, Procura e parlamentari fanno squadra a Verona

Questura

La violenza contro gli operatori sanitari non si combatte da soli ma si contiene solo con l’impegno di una rete di soggetti. Una disponibilità dimostrata ieri sera, in sala Marani, per l’incontro organizzato dall’Uoc Ginecologia B, diretta dal dottor Valentino Bergamini, e dal dottor Stefano Scarperi che ha riunito tutte le istituzioni impegnate nella tutela.

La rete che a Verona è attiva nel contrasto ieri sera è stata rappresentata da Questura, Comando provinciale Carabinieri, Procura, Ordine dei medici e parlamentari. Erano presenti: Girolamo Lacquaniti, vicario del Questore; colonnello Francesco Novi, comandante provinciale Carabinieri Verona; Raffaele Tito, procuratore capo di Verona; Ciro Maschio, presidente della commissione Giustizia della Camera; Maddalena Morgante, commissione Affari Sociali e Sanità della Camera; Alfredo Guglielmi, presidente Ordine dei medici.

Ad aprire l’incontro sono stati i saluti istituzionali del direttore generale Aoui Callisto Marco Bravi, del Magnifico rettore Università di Verona Pier Francesco Nocini. A moderare dott Valentino Bergamini, dott. Ciro Paolillo direttore Pronto soccorso Borgo Trento, dott. Vincenzo Di Francesco direttore Geriatria A e presidente Consulta primari. Nel confronto sono intervenuti anche avv Francesca Pellicini (applicazione del decreto legge 137/2024 e risvolti pratici nella pratica quotidiana), ispettore Andrea Erculiani, negoziatore di I Livello della Polizia di Stato (come gestire gli eventi critici di violenza). Presente anche Elena Vecchioni, presidente Federfarma Verona. L’incontro “La violenza contro gli operatori sanitari: come prevenire eventi critici e le nuove tutele per il personale sanitario alla luce del Decreto Legge 137/2024” era rivolto ai dipendenti Aoui e ha visto la partecipazione di primari, medici, caposala, infermieri, specializzandi.


La situazione. Il dottor Scarperi ha ricordato i dati dell’Osservatorio nazionale sicurezza del ministero della Salute. In Italia, le aggressioni contro i professionisti sanitari sono aumentate del 38% negli ultimi cinque anni. I luoghi di lavoro come Pronto soccorso, reparti critici, sale parto, guardie mediche, 118 e le strutture con pazienti psichiatrici non sono più ambienti sicuri per gli operatori ed in particolare per le operatrici sanitarie. Le donne risultano particolarmente colpite, con un incremento del 40% delle aggressioni negli ultimi tre anni, complessivamente il 72% delle vittime di violenza nel settore sanitario è di sesso femminile. Attualmente, il

42% dei professionisti sanitari italiani riferisce di essere stato vittima di almeno un episodio di violenza, sia fisica o psicologica.

Anche negli ospedali Aoui sono le donne ad essere i maggiori bersagli, soprattutto infermiere e Oss, mentre gli aggressori sono quasi sempre maschi. Nel 33% dei casi gli aggressori sono in stato di instabilità mentale o sotto l’effetto di alcool o droghe. Il 90% delle segnalazioni riguarda aggressioni verbali (tono di voce alterato, litigio, minacce) e verso cose (calci alle porte, rottura di apparecchiature).


Il decreto legge 137/2024. In vigore dallo scorso ottobre, il provvedimento apporta modifiche rilevanti al Codice penale e al Codice di procedura penale per garantire una maggiore protezione al personale sanitario e alle strutture ospedaliere. Le novità introdotte sono l’arresto immediato per lesioni al personale sanitario, l’arresto differito entro 48 ore dal reato sulla base di documentazione video-fotografica, pena detentiva da uno a cinque anni e una multa fino a 10.000 euro per atti di vandalismo e danneggiamento alle strutture, l’aggravante per violenza di gruppo con aumento delle pene.


Le misure di sicurezza in Aoui. Nuove misure in via di attuazione sono i corsi di difesa personale e nuova tecnologia con la valutazione di sistemi avanzati di videosorveglianza con monitoraggio in tempo reale. Molti sono le attività già in essere da tempo: videosorveglianza: telecamere già installate nei punti critici, corsi di formazione per gestire situazioni critiche, assistenza legale e supporto psicologico ai dipendenti colpiti da aggressione, postazione di Polizia al Pronto soccorso di Borgo Trento, vigilanza privata pomeridiana e notturna, Protocollo firmato in Prefettura.


Le tecniche di descalation. Il negoziatore della Polizia di Stato ha fatto alcuni esempi di accorgimenti basilari per contenere l’aggressività limitando la minaccia: restare a distanza di almeno un metro, mantenere un tono di voce pacato, fare domande semplici e concise, mantenersi rispettosi e non fissare dritta negli occhi la persona alterata, osservarne il comportamento.


Bergamini: “Questa serata è servita per dare risposte a uno dei problemi più importanti che riguardano la sanità in questo momento, cioè quello della violenza contro i sanitari. C’è uno strumento in più con il decreto legge che inasprisce le pene e il nostro obiettivo come sanitari è di sensibilizzare ancora di più il legislatore e le Forze dell’Ordine sulla nostra sicurezza, oltre far capire all’opinione pubblica la gravità di questi comportamenti e sviluppare buone norme di comportamento che possano ridurre l’incidenza di eventi critici”.

 

Scarperi: “L’incontro ha raggiunto l'obiettivo avendo la presenza delle autorità principali competenti nell'assistenza e nella gestione della violenza contro i sanitari. Abbiamo pensato di coinvolgerli tutti dopo che, qualche mese, nel nostro Pronto

soccorso ginecologico abbiamo avuto un episodio di minacce da parte di un marito mentre visitavamo la moglie che diceva di essere stata vittima di violenza domestica. L'obiettivo di un ospedale è di garantire un percorso di cura adeguato ai pazienti ma a volte ci sono situazioni in cui viene meno la sicurezza del nostro lavoro. Diverse buone pratiche ci possono aiutare a ridurre al minimo possibile gli eventi e per questo dobbiamo essere in grado di riconoscere i piccoli elementi di pericolo evitando l'escalation per noi e i nostri collaboratori”.


Nocini: “È una serata importante perché abbiamo affrontato insieme un problema che sentivamo da un po' come anche in tutta Italia. Siamo fortunati perché Verona ha avuto questi episodi ma in percentuale minore, ciò non toglie che il personale non può avere paura a restare in servizio mentre fa il proprio dovere. Per questo è fondamentale che sanitari, Forze dell'Ordine, Tribunale e legislatore ci siamo riuniti per discuterne e trovare tutti insieme una possibile soluzione per il bene dei cittadini. Ritengo che questo sia il primo passo di educazione per poter iniziare un percorso che ci porterà sicuramente a un successo”.


Bravi: “La libertà delle persone è un diritto fondamentale, ma per rispettare la libertà di tutti non possiamo mettere a rischio il rapporto di fiducia medico/paziente. Se prima i medici erano eroi oggi non possono essere colpevoli dei tempi di attesa, il loro mestiere non è cambiato. È sempre lo stesso di salvare le persone che soffrono. Ringrazio le Forze dell’ordine con le quali ci sentiamo spesso e anche il legislatore che ci ha dato più strumenti. Dobbiamo tutti insieme fare ancora di più perché il personale sanitario possa svolgere il proprio lavoro con serenità”.


Tito: “Il legislatore ha aumentato le pene e inserito l’arresto in differita come nella violenza negli stadi. Questi comportamenti violenti sono frutto di istinto e quindi dobbiamo tutti fare in modo che la legge funzioni e che il medico pensi alla salute delle persone in un rapporto di fiducia con il paziente. Chiediamo aiuto a chi ricopre ruoli apicali, nel loro obbligo di tutela delle persone e delle cose, che affidino ai giudici i responsabili di reati”.


Lacquaniti: “È una serata importante perché conferma la nostra volontà di essere accanto al personale sanitario. Il decreto legge ci aiuta, ma serve anche una norma per la gestione dei pazienti psichiatrici per la tutela degli agenti e dei sanitari che hanno a che fare con loro”.


Novi: “La cultura della sicurezza significa misure di protezione anche edilizie e normative. Ma significa anche modelli organizzativi che includano le tante situazioni: dal primo soccorso in strada fino alla persona che entra in farmacia”.


Guglielmi: “La violenza non è solo negli ospedali, pensiamo anche agli ambulatori dei medici di medicina generale e a quelli di Guardia medica in zone sperdute

magari con dottoresse nei turni di notte. È un problema che come Ordine ci preoccupa molto. Gli atti di violenza non sono solo quelli eclatanti scritti nei giornali, ma sono più frequenti per il 70% le donne e i medici giovani, quindi è un problema che ci tocca molto. Ringraziamo le Forze dell'Ordine, l'Azienda ospedaliera, l'Università per tutte le iniziative che hanno messo in campo. Si sta minando il rapporto di fiducia tra paziente e medico, iniziative come questa favoriscono il dialogo per trovare le soluzioni condivise”.


Maschio: “Ringrazio gli operatori sanitari e l'Azienda ospedaliera per questa importante iniziativa. Aggredire chi si prende cura delle persone è una delle cose più vigliacche e inaccettabili, quindi la risposta dello Stato non può essere l'impunità ma una sanzione forte anche dal punto di vista penale. Per questo il Governo e il Parlamento hanno approvato il decreto legge 137 con pene più incisive. Non è l'unica soluzione, ci sono anche altre azioni ma deve passare un messaggio chiaro: tolleranza zero per chi aggredisce i nostri operatori socio sanitari e massima risposta da parte dello Stato. I dati confermano la complessità del problema che quindi richiede una pluralità di azioni su più fronti per il settore sanitario, azioni che sono in corso da parte del Governo e del Parlamento che intendono intervenire ogni volta che serve per stare al fianco del personale sanitario”.


Morgante: “Il report 2024 dell’Osservatorio nazionale analizza un fenomeno drammaticamente in crescita: oltre 18.000 aggressioni in un anno. Una violenza inaccettabile che condanniamo con fermezza, ribadisco il nostro impegno per la sicurezza delle donne e degli uomini che si prendono cura della nostra salute. Un impegno che il Governo ha messo in campo con le diverse misure del decreto legge. Questo deve però andare di pari passo con un cambiamento culturale nei principi di fiducia e di rispetto verso il personale sanitario che è un alleato del cittadino e della salute pubblica. Ringrazio tutto il personale sanitario e socio sanitario che quotidianamente, con grande umanità e generosità, con dedizione e professionalità, si prendono cura di chi soffre”.