Attualità di Redazione , 20/03/2025 10:01

Barriere architettoniche, a Verona almeno 7 edifici su 10 non accessibili

Universal design
Universal design

Un tema cruciale che interroga l’edilizia, l’urbanistica, il patrimonio immobiliare e che deve necessariamente tenere conto delle esigenze di chi, per diversi motivi, in forma temporanea o permanente, si trova a dover convivere con i limiti imposti da edifici datati. Spesso non in regola con le più attuali leggi in materia o difficilmente modificabili. Le barriere architettoniche e, in risposta, i principi dell’Universal Design sono stati al centro del seminario voluto dalle sezioni provinciali di ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) e FIAIP (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali) in collaborazione con le Donne del GALM (Gruppo Animazione Lesionati Midollari) e la Consulta delle Associazioni Femminili di Verona. Incontro inserito nel programma ufficiale delle celebrazioni promosse dall’Assessorato alla Parità di Genere del Comune di Verona in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti della Donna.

L'Universal Design, o progettazione universale, è un approccio che mira a creare ambienti e servizi accessibili a tutti sin dalla fase di progettazione, senza necessità di adattamenti successivi. L'obiettivo è garantire un utilizzo semplice e confortevole per persone di ogni età e con diverse capacità fisiche, sensoriali o cognitive, eliminando ostacoli e barriere. Alla base di questa filosofia vi sono sette principi fondamentali che ne guidano l’applicazione: equità nell'uso, flessibilità, semplicità, percettibilità delle informazioni, tolleranza all'errore, minimo sforzo fisico e adeguatezza degli spazi. Il concetto di Universal Design è stato recepito nella Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (2006) e nell'European Accessibility Act (Direttiva UE 2019/882), contribuendo a definire normative che promuovono l’accessibilità universale. 

La prima normativa italiana inerente l'abbattimento delle barriere architettoniche risale al 1989, e a Verona e provincia oltre il 70% degli edifici è stato realizzato prima del 1980, un altro 20% tra il 1981 e il 2000. Al netto di interventi di ristrutturazione e riqualificazione, la maggior parte degli edifici non risulta ancora adeguato. Esistono di fatto ostacoli per chi ha disabilità motorie ma anche per persone con difficoltà visive, anziani con ridotta mobilità, genitori con passeggini, verso chi è afflitto dalle cosiddette “malattie invisibili”, estremamente invalidanti, e anche per chi si muove in contesti poco illuminati e insicuri. Le case histories più frequenti emerse nel corso del convegno riguardano palazzi senza ascensori, spazi pubblici e privati inaccessibili a causa di gradini, porte strette, bagni fuori norma, regolamenti condominiali che ostacolano le modifiche per l’accessibilità, strutture commerciali e uffici che escludono potenziali clienti e lavoratori con disabilità. Secondo l’ISTAT, nel 2019 le persone con disabilità (ovvero che soffrono a causa di problemi di salute, di gravi limitazioni che impediscono loro di svolgere attività abituali) erano oltre 3 milioni (il 5,2% della popolazione). Occorre inoltre tenere presente l’andamento demografico. Dal recentissimo Documento del Sindaco, in vista della revisione del Piano di Assetto del Territorio (PAT) di Verona, emerge che nell’ultimo decennio l’incidenza della popolazione con più di 64 anni è cresciuta di un punto percentuale, passando dal 24,9% al 25,9%. Nel corso dei prossimi decenni, il fenomeno supererà i 30 punti percentuali. Un ulteriore elemento di riflessione riguarda il turismo accessibile: le città che offrono strutture adeguate e percorsi senza barriere attraggono un numero crescente di visitatori, generando un vantaggio economico per tutto il territorio. Migliorare l’accessibilità negli edifici e negli spazi urbani significa, quindi, aprire le porte anche a nuovi flussi turistici e a un indotto più ampio.

Sul tema la Regione Veneto ha adottato una normativa specifica, la DGR n. 1428 del 2011 (che attua la Legge Regionale n. 16 del 2007). Questa Delibera di Giunta stabilisce le prescrizioni tecniche mirate a garantire la fruizione degli edifici residenziali privati, degli edifici residenziali pubblici e degli edifici e spazi privati aperti al pubblico. Da applicarsi sia in caso di nuova costruzione che in caso di ristrutturazione di interi edifici, o parte di questi. Inoltre, la Legge Regionale n. 14 del 2019, conosciuta come “Veneto 2050”, riconosce un bonus volumetrico nel caso di interventi di eliminazione delle barriere architettoniche su edifici esistenti. Anche la tecnologia corre in aiuto con sensori per l’apertura automatica delle porte, app per orientamento in spazi complessi, materiali innovativi che migliorano l’accessibilità senza impattare l’estetica degli edifici storici. Strumenti digitali di progettazione avanzata (come il Building Information Modeling – BIM) consentono di pianificare gli interventi in modo più preciso e di simulare percorsi e accessi per persone con esigenze differenti, riducendo errori e costi imprevisti.

Ad aprire i lavori nella Sala Conferenze ANCE, Carlo Trestini, presidente dei costruttori veronesi e vicepresidente nazionale: «Il tema dell’Universal Design è fondamentale per tutta la filiera dell’edilizia in quanto consente di avere un approccio mirato a rendere gli spazi accessibili e utilizzabili dal maggior numero possibile di persone, indipendentemente da età, abilità o condizioni fisiche. Come costruttori edili non possiamo che essere attenti a questi aspetti e ricordare che la nostra professionalità ha una funzione di tipo sociale: in più occasioni anche la Corte Costituzionale, collegandosi alla Costituzione, ha affermato che il diritto all’abitazione è una condizione essenziale per la dignità umana. Come ANCE siamo attivamente impegnati nel tavolo governativo che sta lavorando sulla messa punto di un “Piano Casa Nazionale”, che si pone l’obiettivo di dare una risposta all’attuale crisi abitativa». A fargli eco è Francesco Savino, Presidente Provinciale FIAIP Collegio di Verona: «È grazie alla sensibilità e alla capacità di fare rete delle appartenenti a Fiaip Donna Verona che oggi siamo qui a parlare della disabilità analizzata da più prospettive, consci che queste difficoltà possono riguardare tutti noi, da un momento all’altro della nostra vita. Ringrazio in particolare le nostre agenti immobiliari Barbara Trambusti e Francesca Bellecci, imprenditrici e madri. Attraverso la grande sensibilità che le contraddistingue, hanno ascoltato e raccolto le necessità di molte persone-clienti riscontrando l'inadeguatezza di tante strutture immobiliari ad accogliere persone con esigenze speciali. Attraverso questo seminario, con tutti i soggetti interessanti intorno allo stesso tavolo, confidiamo di accendere una luce, che speriamo diventi un faro, su questo argomento».

Il seminario dal titolo "Il potere delle donne – le donne oltre ogni barriera verso l’Universal Design" si è sviluppato attraverso quattro interventi chiave introdotti dall’arch. Piera Nobili, presidente del CERPA Italia (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell'Accessibilità) associazione ETS che promuove la cultura dell’inclusione sociale al fine di migliorare la qualità di vita, l’accessibilità, fruibilità ed usabilità degli ambienti. E’ stata poi la volta dell’avv. Alberto Brunelli che ha analizzato le sfide legate alla discriminazione intersezionale e spiegato i vantaggi di un Disability Manager all'interno di Pubbliche Amministrazioni, strutture riabilitative, ospedali e di quanto questa figura potrebbe risultare utile, ad esempio, nella ricerca della casa o nel conoscere i propri diritti nel caso in cui occorra apportare delle modifiche strutturali, talvolta ostacolate da delibere condominiali. Il quadro normativo esistente è stato spiegato dall’arch. Anna Righetti che ha illustrato le problematiche legate all’interazione tra l’individuo e lo spazio costruito e di come in tal senso l’Universal Design si pone come strada maestra della progettazione universale. Infine l’arch. Claudia Lonardi ha esposto le strategie per rendere gli edifici più accessibili e funzionali anche con soluzioni non necessariamente onerose o complesse come l’installazione di servoscala e ascensori esterni, modifica delle soglie delle porte per eliminare piccoli dislivelli, illuminazione intelligente per chi ha problemi visivi, segnaletica chiara e percorsi tattili per chi ha difficoltà di orientamento. Lonardi ha inoltre ricordato alcune agevolazioni fiscali per gli interventi di rimozione delle barriere architettoniche come l’IVA agevolata al 4%, il bonus del 75% per l’installazione di ascensori (che scadrà a fine 2025) e il tradizionale bonus ristrutturazioni al 50% se prima casa, o al 36% negli altri casi.
Di valore anche l’intervento di Gabriella Fermanti del GALM che ha spiegato con lucidità il reinserimento sociale e abitativo della persona neo-lesionata all'atto della dimissione ospedaliera. «Mediamente nel territorio veronese si registrano ogni anno 25/30 nuovi casi di lesione al midollo spinale, compresi anche quelli che hanno esitato in deficit lievi (* dati pervenuti dall'Unità Spinale IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar) - spiega Fermanti -. Ci confrontiamo di frequente con situazioni problematiche relative agli ascensori non idonei o addirittura mancanti, specialmente nei palazzi datati. Con l'aggravante che nonostante la persona interessata voglia anche accollarsi totalmente le spese per la realizzazione, il necessario permesso viene negato dall'assemblea condominiale o in taluni casi dal Comune stesso. Non è accettabile l’invito a cambiare dimora, sottoponendo a stress psicologici che vanno a sommarsi alle difficoltà fisiche già esistenti. Auspichiamo che venga fatto valere un diritto di tutti: a nessuno deve essere ostacolato, o peggio, tolto l'accesso alla propria casa».