L'8 marzo dell'Ana Verona: al Sacrario militare commemorazione di Giuseppina Orlandi

L’ANA Verona ha celebrato sabato mattina la Giornata internazionale dei diritti delle donne al Sacrario Militare commemorando Giuseppina Orlandi, l’unica donna tra le spoglie di quasi 4mila soldati. Nata in Umbria, nel borgo di Orvieto costruito nel tufo, durante la Grande Guerra si arruolò nel Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana. Morì a 33 anni, nel 1918, all’ospedale militare di Isola della Scala. Il suo nome, e dunque la presenza di quest’unica salma femminile custodita al piano interrato, è stata rilevata quasi per caso dai ricercatori del Centro Studi dell’ANA Verona che, confrontando documenti e reperti, cercano instancabilmente a distanza di oltre un secolo, di ricostruire per quanto possibile le storie dei molti militari che qui riposano.
“Le donne non sono mai state semplici spettatrici degli eventi bellici: sono state guaritrici, combattenti, messaggere, operaie, portatrici di speranza. Durante la Prima Guerra Mondiale, le infermiere della Croce Rossa e di altre organizzazioni umanitarie hanno sfidato il pericolo per curare i feriti, spesso pagando con la vita il prezzo del loro servizio. E come dimenticare le Portatrici Carniche? Donne straordinarie che, con le loro gerle cariche di munizioni e viveri, affrontavano il gelo e i sentieri impervi delle montagne per sostenere i soldati italiani al fronte. Madri, sorelle, figlie che portavano sulle spalle il peso della guerra e nel cuore l’amore per la Patria. Maria Bergamas, madre di un soldato disperso, divenne il simbolo del dolore di tutte le famiglie italiane. Fu lei a scegliere, nel 1921, la salma del Milite Ignoto, racchiudendo in quel gesto il lutto e l’orgoglio di un’intera nazione".
"Nella Seconda Guerra Mondiale, le donne non si tirarono indietro. Irma Bandiera, partigiana, subì torture indicibili senza tradire i suoi compagni, dimostrando un coraggio incrollabile. Giorgina Levi rischiò la vita per portare messaggi e armi alla Resistenza. E come non ricordare Norma Cossetto, giovane martire istriana. E poi Tina Anselmi, che da ragazza scelse la strada della libertà, diventando staffetta partigiana e, dopo la guerra, una delle figure più luminose della nostra Repubblica”, è intervenuto il presidente dell’ANA Verona Maurizio Trevisan. “Oggi, nelle missioni internazionali di pace, il ruolo delle donne è più che mai essenziale. Sono medici, soldati, diplomatiche, volontarie, pronte a ricostruire dove la guerra ha distrutto, a proteggere chi è più vulnerabile, a portare speranza dove tutto sembra perduto. Chiara Castellani, medico coraggioso, da anni opera in Africa in condizioni estreme, sfidando guerre e povertà con una forza straordinaria”, ha aggiunto Trevisan.
“Nei conflitti le donne svolgono un ruolo primario, sono combattenti, ausiliarie, sono la resistenza ma sono anche soggetti che sorreggono la vita delle comunità alle quali poi i soldati fanno ritorno. Ma la donna è anche altro: il dolore delle madri per i figli al fronte, e l’oggetto di violenza sistematica in caso di occupazione. La donna è la forza procreatrice e generatrice di un popolo, ne rappresenta l'identità. Colpire il corpo delle donne significa colpire quel popolo. Come comunità riflettiamo sulla nostra storia e sui giorni verso cui stiamo andando”, ha spiegato l’assessora alla Sicurezza Stefania Zivelonghi. Alla cerimonia hanno partecipato decine di volontarie della Protezione Civile dell’ANA Verona e di altri gruppi dell’ANA oltre ai rievocatori del Gruppo Storico 6° alpini Battaglione Verona e una rievocatrice storica nelle vesti di una portatrice carnica.
Tra le presenze istituzionali, Silvia Fiorio della Commissione Pari opportunità tra uomo e donna, la tenente colonnello del Comfoter Valeria Miciotti e la presidente dell’Agec Anita Viviani che ha sottolineato come grazie a momenti come questo “il Cimitero monumentale diventa un luogo che oltre a commemorare i morti serve a mantenere viva la memoria e offre spunti per il futuro”. Durante la cerimonia è stato letto anche un messaggio di Roberta Tardani, sindaca di Orvieto, città originaria di Orlandi. La parola è passata anche a Lucia Zampieri, ricercatrice del Centro Studi dell’ANA Verona che ha tenuto un intervento sul ruolo della donna nei grandi conflitti.