Attualità di Redazione , 13/02/2025 16:50

Progetto Educativa di Strada, il Comune in aiuto dei giovani tra Borgo Roma e San Michele

Jacopo Buffolo
Jacopo Buffolo

Ascolto, confronto con adulti in assenza di figure di riferimento, bisogno di spazi gratuiti coperti e sicurezza, soprattutto per le ragazze. A queste, e a molte altre domande risponde il progetto Educativa di strada del Comune di Verona. L’assessorato ai Servizi sociali e al terzo settore e quello alle Politiche giovanili hanno individuato una strategia per intercettare e affrontare i bisogni, le aspettative e le fragilità di quei ragazzi che abitano le strade della città come luogo di esperienza e di relazione, grazie all’attivazione di numerosi soggetti istituzionali e di volontariato, pubblici e privati. Educativa di strada, giunto al suo primo anno di esperienza è stato presentato oggi in Commissione 5°, presieduta da Chiara Stella: “L’obiettivo dell’amministrazione - ha spiegato Fiammetta Andreetto della Direzione dei Servizi Sociali del Comune - è di mettere a terra una strategia per intercettare e affrontare i bisogni, le aspettative e le fragilità di quei ragazzi che non arrivano ai servizi sociali strutturati nelle sede istituzionali, come quella, appunto, del Comune”. Sono tre gli educatori di strada che stazionano nei quartieri di San Michele e di Borgo Roma durante i pomeriggi settimanali, per venti ore di incontri frontali, intercettando, facendo conoscenza e instaurando relazioni di fiducia con ragazzi mediamente tra i 14 e i 21 anni, italiani e immigrati di seconda generazione. 

Silvia Cracco, coordinatrice del progetto per il comune di Verona racconta “come questi operatori incontrino i ragazzi, li ascoltino e provino a immaginare insieme a loro prospettive diverse.  Hanno interessi, abilità, competenze che possono essere sviluppate accompagnandoli con progettualità individuali e di gruppo. Provando anche a fare da adulti di riferimento che non sempre riescono a trovare in altri contesti”.

Il format pilota che interessa i due quartieri è stato individuato dopo sei mesi di mappatura dei luoghi di ritrovo dei ragazzi, vicino alle scuole superiori in centro città e in periferia. “Come, ad esempio, - continua Cracco - Piazza Pradaval, la Stazione, palazzo della Gran Guardia, le scalinate del Municipio, Piazza Isolo, i bastioni, Castelvecchio, l'Arsenale. Poi vi sono anche il Chievo, Parco Copernico, Parco Achille Forti e Parco San Giacomo. Da qui i giovani transitano, in prevalenza. Si muovono di continuo in gruppi di tre massimo cinque persone, interagendo con altri gruppi e formandone di nuovi. L’aggregazione vera e più stanziale avviene nei quartieri dove i ragazzi sostano in quelli che ritengono i loro luoghi e dove è più facile intercettarli e instaurare relazioni di fiducia con atteggiamenti non giudicanti. Abbiamo raggiunto un’ottantina di ragazzi, costituito un gruppo di una ventina di unità e coprogettato con esso due eventi cui hanno partecipato circa 120 giovani. In Borgo Roma è stato costituito un tavolo di lavoro permanente di riflessione sul territorio per creare azioni educative condivise e coordinate, quindi di maggior impatto”.

Risultati concreti che l’assessore alle Politiche giovanili, Jacopo Buffolo ha così commentanto: "Il progetto dell'Educativa di strada punta a fare rete, a costruire relazioni laddove mancano nella società. Come manca uno spazio che possa accogliere a costo zero per i ragazzi. Il tema è capire come tutti i soggetti della rete che incontrano ragazze e ragazze adolescenti possano dare degli strumenti di intervento in più di intervento, delle visioni di proiezione, anche del sé in relazione con l'altro e in relazione con il territorio. Il primo bilancio di quest’anno di progettualità è positivo, ora pensiamo al futuro. Nel quartiere di Borgo Roma quest'anno è stato riaperto lo Spazio Link, una dimostrazione della capacità del Comune di creare un general hub e quindi di costruire sinergie tra i soggetti presenti e molto attivi sul fronte del recupero delle relazioni con il mondo giovanile: i servizi del Comune, tutte le realtà del terzo settore, nonché le parrocchie”.