Attualità di Redazione , 06/02/2025 9:46

"Mal'Aria di città", la classifica di Legambiente: Verona la più inquinata da PM10

Verona
Verona

Nel 2024, Verona è stata tra le città con il maggior numero di superamenti dei limiti giornalieri di Pm10. Il capoluogo scaligero, con 66 sforamenti registrati nella centralina di Borgo Milano è al terzo posto in Italia, dietro a Frosinone e Milano, dove i giorni di superamento sono stati 68. Il capoluogo scaligero risulta addirittura al primo posto per concentrazione media annua di PM10.

Ma tutta l’Italia fa fatica a respirare. I dati appena pubblicati da Legambiente nel suo report Mal’Aria relativo al 2024 dicono chiaramente che la riduzione dell’inquinamento procede a rilento e troppe città sono lontane dagli obiettivi da raggiungere. Oggi l’inquinamento è la prima causa ambientale di morte prematura in Europa, con circa 50mila morti premature solo nel nosto Paese. In occasione dell’avvio della campagna itinerante Città2030, Legambiente ha diffuso il report “Mal’Aria di città 2025” sull’inquinamento in Italia: per dare un dato, il 97% delle città monitorate supera i limiti dell’Oms per il PM10 (le polveri sottili inquinanti presenti nell’aria che respiriamo) e il 95% quelli per l’NO2, cioè il biossido di azoto, gas irritante per l’apparato respiratorio e per gli occhi.

Una delle soluzione per uscire dall’emergenza smog è quella di ridefinire il modo in cui ci spostiamo in ambiente urbano, con un approccio diretto alla mibilità sostenibile, mettendo le persone al centro. Il trasporto pubblico deve essere potenziato con l’implementazione di autobus elettrici, bloccando i mezzi più inquinanti entro il 2030 e creando aree pedonali e piste ciclabili. Bisogna puntare alle “15 minute city”, creando zone a basse emissioni e mettendo in pratica politiche come Città30, come hanno fatto Bologna, Olbia e Treviso. Ma serve anche riconvertire gli impianti di riscaldamento e intervenire sul settore agrozootecnico, soprattutto nella Pianura padana dove le particolari conformazioni geografiche e condizioni meteo favoriscono l’accumulo di gas inquinanti.

Nel 2024, ben 50 centraline in 25 città su 98 hanno superato i limiti giornalieri di Pm10 per 35 giorni all’anno, con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi al metro cubo. Se poi guardiamo ai target europei 2030, sarebbero fuorilegge il 71% delle città per il PM10 e il 45% per l’NO2. Insomma: in 5 anni serve un miracolo. Il fatto che gli sforamenti vengano registrati in più centraline della stessa città dimostra peraltro che si tratta di un problema strutturale, e non episodico, in molte aree urbane. Se consideriamo le medie annuali di PM10 e NO2 nessuna città ad oggi supera i limiti previsti, ma le cose cambieranno completamente con l’entrata in vigore della nuova Direttiva Europea sulla qualità dell'aria, dal 1° gennaio 2030. Per il PM10, sarebbero infatti solo 28 su 98 le città a non superare la soglia di 20 microgrammi al metro cubo, che è il nuovo limite previsto. Al 2030, 70 città sarebbero dunque fuorilegge.

Tra le città più in crisi, che devono ridurre le concentrazioni attuali tra il 28% e il 39%, ci sono Verona, Cremona, Padova e Catania, Milano, Vicenza, Rovigo e Palermo. Ecco nel dettaglio la classifica delle città più inquinate da PM10:

  1. Verona (32,6);
  2. Cremona, Padova e Catania (30,7);
  3. Milano (30,5);
  4. Vicenza (30,3);
  5. Rovigo e Palermo (30);
  6. Venezia e Lodi (29,7);
  7. Pavia (29);
  8. Treviso (28,9);
  9. Cagliari (28,5);
  10. Napoli (28,2);
  11. Modena (28);
  12. Monza (27,9);
  13. Mantova e Terni (27,7).