Attualità di Redazione , 30/10/2024 18:20

Studenti eccellenti, la veronese Camilla Fezzi premiata da Mattarella: è Alfiere del Lavoro 2024

Camilla Fezzi
Camilla Fezzi premiata

Passione, dedizione allo studio e impegno nella vita scolastica. Camilla Fezzi, veronese, 19 anni, è Alfiere del Lavoro 2024, una dei venticinque migliori studenti d’Italia che questo mercoledì mattina ha ricevuto l’onorificenza al Quirinale dal Presidente Sergio Mattarella, con la consegna dell’attestato d’onore e la Medaglia del Presidente della Repubblica.

La Premiazione si è svolta contestualmente alla Cerimonia per i venticinque neo Cavalieri del Lavoro, designati lo scorso 2 giugno, a rimarcare la continuità dell’impegno nello studio e nella vita. Camilla è stata premiata insieme al Cavaliere del Lavoro Lucia Aleotti, Presidente di Pharmafin, holding del Gruppo Menarini.

Istituito nel 1961 dalla Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, il Premio Alfieri del Lavoro è destinato ogni anno a 25 studenti che abbiano terminato la scuola secondaria superiore con il massimo dei voti. I venticinque studenti sono scelti non più di uno per provincia fra i migliori segnalati dai presidi delle scuole di tutta Italia.

Diplomata con lode al Liceo Classico dell’Istituto Stimate di Verona, e con il massimo dei voti (10) nella media del quadriennio, Camilla Fezzi frequenta il California Institute of Technology (Caltech) di Pasadena, Los Angeles, dove risiede ed ha intrapreso - unica italiana a farlo a 19 anni - il percorso “undergraduate” e dove, tra gli altri, hanno operato nel tempo Einstein, Oppenheimer e il premio Nobel italiano, Renato Dulbecco.

Interessata alla biologia e alla genetica applicate, in particolare, guarda al grande obiettivo della cura del cancro. Nell’ultimo biennio delle scuole superiori ha fatto domanda di ammissione ad una molteplicità di Università inglesi ed americane, scrivendo più di 60 saggi e ottenendo diciotto ammissioni ad istituzioni quali Caltech, Johns Hopkins, Berkeley, UCLA, Georgetown, UPenn, Cornell, Rice, Imperial College, Kings College, UCL. Ad essere premiata l’eccellenza accademica, ma anche -secondo un approccio olistico - il potenziale e capacità di contribuire positivamente alla comunità.

Negli ultimi tre anni ha svolto tirocini curricolari a Verona, in CFO Solutions e Verona Network, e all’estero, al Methodist Research Center di Houston (Texas). Ha frequentato la Harvard Summer School a Cambridge (Massachusetts) in Molecular Biology e in Genetics e collaborato ad alcune attività di ricerca nel Gruppo di famiglia Phoenix Capital.

È autrice del volume “The Genetics of races: Genetics applied to races, diseases and social sciences”, (Amazon Publishing, 2023). Ha creato un sito web - www.academicsresearchclub.com - per aiutare altri studenti ad affrontare il processo di ammissione alle università straniere.

L’equitazione e la musica, il pianoforte in particolare, sono le sue passioni, tanto che anche Deesse, la sua straordinaria cavalla, è diventata californiana e compagna di viaggio negli allenamenti all’alba. Con un primo grado FISE conseguito in Italia, ora Camilla gareggia, sempre a livello agonistico, in salto ostacoli a 120-130 cm. E al Caltech Camilla ha fondato un club per raccogliere fondi utili ad avvicinare più studenti al mondo dell’equitazione, attività che “fa stare bene”.

“Dopo le medie, ho iniziato a divorare i libri di biologia e genetica di mio fratello maggiore, affascinata da quei processi straordinari, da ogni singola combinazione e meccanismo - racconta Camilla -. Durante la pandemia, mentre studiavamo la replicazione del DNA, sono rimasta rapita dalla sua perfezione imperfetta: dalle mutazioni che causano i tumori, ma che - allo stesso tempo - sono il motore dell'evoluzione umana. È stata una folgorazione: lì, ho capito la mia vocazione per la ricerca e la medicina. Volevo che tutto il mio impegno, la dedizione allo studio, la mia sete di eccellenza fosse al servizio degli altri, per trovare cure, per dare risposta agli interrogativi ancora irrisolti che si trovano sui libri. L'esperienza straordinaria al Methodist Research Center di Houston mi ha aperto gli occhi: il solo laboratorio non mi bastava. La strada giusta era quella della Ricerca unita alla Medicina: ho imparato che solo attraverso il contatto con i pazienti, con il loro dolore, si può ampliare completamente la propria prospettiva e trovare quella spinta in più.  Voglio essere in prima linea, voglio contribuire a svelare i misteri della vita e a lenire le sofferenze”.