Attualità di Redazione , 11/10/2024 8:30

Cosa intendiamo quando parliamo di sicurezza? Convegno al Polo Zanotto con Gian Antonio Stella

Università di Verona
Università di Verona

Uno sguardo diverso sul tema sicurezza. Una narrazione che, anziché giocare sull’allarmismo e la paura, sposti l'attenzione sui dati reali, sulle cause, sulle tante sfaccettature del problema, e soprattutto sul legame indissolubile tra sicurezza da un lato, e inclusione e coesione sociale, dall'altro. Saranno questi i fili conduttori del convegno “Di cosa parliamo quando parliamo di sicurezza?”, in programma sabato 12 ottobre, dalle 9 alle 13, nell’aula T1 del Polo Zanotto, viale dell’Università, 4. A promuoverlo l’università di Verona insieme alle associazioni Gruppo Radici dei Diritti dell’ateneo scaligero, l’Osservatorio di comunità per i diritti e i doveri sociali, l’associazione Avvocato di Strada, l’associazione Sulle Orme e la Ronda della Carità.

Dopo i saluti iniziali della delegata del rettore al Public Engagement Olivia Guaraldo, della neo-questora di Verona, Rosaria Amato, e brevi interventi introduttivi di alcuni rappresentanti delle associazioni promotrici, sarà il sociologo Luca Mori, docente dell’ateneo scaligero, ad affrontare il tema “Sicurezza ed inclusione, insicurezza ed esclusione”. Il noto giornalista e scrittore Gian Antonio Stella parlerà poi di “Paura e informazione: come i media raccontano la sicurezza”. A seguire Sara Benetti, dell’associazione Sulle Orme, racconterà le buone e le cattive pratiche degli apparati di sicurezza che condizionano il lavoro di integrazione e recupero sociale delle persone marginalizzate; infine, l’avvocato Enrico Varali affronterà il nodo “Diritto e percezione sociale della sicurezza”, che si connette anche al dibattito pubblico sul disegno di legge “sicurezza” recentemente approvato dalla Camera dei deputati.

Nel tempo riservato al dibattito fra i partecipanti, hanno confermato il loro intervento il prefetto Demetrio Martino e l’assessora alla sicurezza del Comune di Verona, Stefania Zivelonghi. Le conclusioni saranno affidate a Carlo Piazza, presidente dell’Osservatorio di comunità.

Il convegno, aperto a tutta la cittadinanza, è rivolto in particolare modo agli operatori di giustizia: magistrati, avvocati, dirigenti e appartenenti alle forze dell’ordine, loro sindacati e associazioni professionali, amministratori locali, attivisti dei diritti umani e operatori del Terzo Settore, docenti e studenti di discipline giuridiche, educative, sociali, antropologiche, giornalisti e blogger. Obiettivo finale è aprire un confronto sul tema, cercando di prospettare iniziative condivise che possano contribuire a garantire da un lato la sicurezza e dall’altro la dignità e i diritti di tutte le persone.