Attualità di Redazione , 06/09/2024 10:10

Studio Univr su semaglutide: Farmaco anti-diabete potrebbe avere legame con tendenze suicide

Semaglutide

Potrebbe esserci una correlazione tra l'assunzione di semaglutide, principio attivo alla base di un noto farmaco utilizzato per la cura del diabete e dell'obesità, e tendenze suicidarie. L'ipotesi è approfondita in un recente studio di farmacovigilanza pubblicato sulla rivista "JAMA Network open", guidato da Georgios Schoretsanitis, psichiatra e ricercatore dello Zucker Hillside Hospital di New York, cui hanno partecipato Corrado Barbui e Chiara Gastaldon, della sezione di Psichiatria del Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e scienze del Movimento dell'Università di Verona.

Per lo studio è stato utilizzato il database globale dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) delle sospette reazioni avverse a farmaci, e analizzate le segnalazioni di eventi avversi che comportavano pensieri suicidi, di autolesionismo e di comportamenti o tentativi suicidari-autolesionistici associati a semaglutide e liraglutide, tra novembre 2000 e agosto 2023. Sono stati trovati 107 casi di persone con ideazione suicidaria collegati a semaglutide e 162 a liraglutide.

Secondo i ricercatori "semaglutide è associata in modo sproporzionato a segnalazioni di ideazione suicidaria. Questa associazione è rimasta statisticamente significativa anche quando i pazienti assumevano altri farmaci come antidepressivi o benzodiazepine, mentre non era significativa in persone che non assumevano antidepressivi, suggerendo un possibile aumentato rischio in persone con depressione o storia di depressione oltre che diabete e obesità. Inoltre, la sproporzione era notevolmente più elevata per semaglutide rispetto ad altri farmaci antidiabetici per il diabete di tipo 2 e l'obesità come dapagliflozin, metformina e orlistat".

Sono tuttavia necessarie ulteriori indagini urgenti "per chiarire i potenziali rischi e stabilire se esista davvero un nesso causale in questa correlazione. Questo risultato è particolarmente preoccupante dato l'uso diffuso e in espansione di semaglutide sia per la gestione del diabete che per la gestione dell'obesità.

Sulla base di questi risultati - conclude Gastaldon - suggeriamo che i medici informino i loro pazienti sui rischi dei farmaci e valutino la storia psichiatrica e lo stato mentale dei pazienti prima di iniziare il trattamento con semaglutide".