Attualità di Redazione , 04/08/2024 5:31

Fondazioni liriche, braccio di ferro sindaci-Sangiuliano

Tommasi con Mazzi, Cecilia Gasdia e Trespidi
Tommasi con Mazzi, Cecilia Gasdia e Trespidi

Braccio di ferro tra i sindaci e il ministro della Cultura sulle fondazioni liriche, dopo le indiscrezioni che vorrebbero sul tavolo di Sangiuliano una riforma che darebbe più potere ai consiglieri dell'esecutivo e meno ai sovrintendenti e al presidente, che è sempre il massimo rappresentante della città. In dieci hanno preso carta e penna ed hanno scritto una lettera al ministro Gennaro Sangiuliano per chiedere un incontro urgente: sono i sindaci delle cittaàsedi di fondazioni lirico sinfoniche, ovvero Damiano Tommasi (Verona), Vito Leccese (Bari), Matteo Lepore (Bologna), Massimo Zedda (Cagliari), Sara Funaro (Firenze), Marco Bucci (Genova), Giuseppe Sala (Milano), Gaetano Manfredi (Napoli), Roberto Gualtieri (Roma Capitale) e Stefano Lo Russo (Torino). 

"Abbiamo appreso dagli organi di stampa che, all'interno della più complessiva ridefinizione del quadro legislativo riguardante lo Spettacolo dal vivo - scrivono i sindaci - sarebbe in avanzato stato di definizione anche una significativa riforma delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche, la cui rilevanza è storicamente strategica per le Città dove operano, in quanto rappresentano istituzioni culturali identitarie e di decisiva importanza per la Cultura italiana e per i territori su cui insistono. Dato l'assoluto protagonismo dei nostri Comuni nella gestione e valorizzazione delle Fondazioni, anche in considerazione del gravoso impegno economico che questo comporta, siamo a chiedere un incontro urgente per affrontare in maniera condivisa criticità e potenzialità inerenti al settore, nonché per conoscere gli intendimenti del Governo". 

Venerdì i sindaci e presidenti delle Fondazioni Arena di Verona, di Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma e Torino hanno partecipato ad un incontro in sede Anci che si è concluso appunto con la lettera inviata al ministro nella quale si chiede di convocare un incontro per discutere della annunciata riforma. 

"È inopportuno - ha scritto il sindaco di Bari, Leccese - che per mero esercizio di potere si metta mano alla governance delle Fondazioni liriche, utilizzando vecchi modelli gestionali che pensavamo di aver abbondantemente superato. Non solo non siamo disposti a tornare indietro, ma anche riteniamo che Fondazioni eterodirette e scollegate dal territorio non abbiano ragione di esistere, poiché non servirebbero al territorio e men che meno alla crescita culturale del nostro Paese". Si è espressa in senso contrario anche la sindaca di Firenze Sara Funaro. "L'ipotesi di riforma della gestione delle Fondazioni lirico sinfoniche, che punta ad accentrare i poteri di gestione e indirizzo a livello ministeriale, togliendo ai Comuni la gestione dei teatri lirici è inopportuna e inammissibile". 

Di parere contrario il sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti: "La riforma che sta portando avanti il ministro San Giuliano è molto più articolata e complessa e va nella direzione di premiare il merito, sostenere la pluralità e dare soprattutto una visione unitaria al mondo della cultura. Anche la riforma delle fondazioni liriche va in questa direzione". E attacca: "La strumentalizzazione politica, seppur legittima, può sostenere una logica vecchia, quella del controllo della politica nel mondo della cultura. A mio avviso, invece, l'aspetto più importante è sprigionare energie inespresse e valorizzare il merito e il pluralismo della ricchezza dell'Italia e, soprattutto, della cultura italiana". 

Da parte sua il sottosegretario, il veronese Gianmarco Mazzi, aveva spiegato: "Stiamo lavorando al codice dello spettacolo e, quindi, anche alla parte che riguarda le fondazioni liriche. Noi già abbiamo fatto un intervento di sostegno perché garantiamo risorse per 200 milioni all'anno alle fondazioni" e "credo anche che creeremo un fondo ad hoc per loro di modo che sia chiaramente percepita all'esterno l'importanza che attribuiamo a quel mondo".