Attualità di Redazione , 18/07/2023 12:10

Dal pellegrinaggio degli Alpini a Passo Fittanze un inno alla pace tra memoria e futuro VIDEO

Servizio TgVerona

Un pennone aguzzo che da cinquant’anni punta al cielo. Due aquile scolpite nella pietra: una con l’aria dimessa della sconfitta, l’altra, la più alta, troneggia con il piglio e la fierezza della vittoria. Alto 16 metri, voluto dalla comunità montana e dai comuni di Erbezzo, Boscochiesanuova, Ala e Sant’Anna d’Alfaedo, il monumento dedicato ai caduti di tutte le guerre ha accolto ieri ancora una volta le Penne Nere veronesi che, da quando è stato inaugurato, tutti gli anni la terza domenica di luglio si trovano qui all’ombra dell’imponente pennone per far memoria. Insieme a loro, oltre ad amici, famigliari, simpatizzanti e decine di persone che hanno scelto la Lessinia per rifugiarsi dalle torride temperature della città, autorità e istituzioni tra cui la vicepresidente della Regione Elisa De Berti, il parlamentare veronese Paolo Tosato, il sindaco di Erbezzo Lucio Campedelli e sindaci e rappresentanti di molte altre amministrazioni, veronesi e trentine, il presidente del Parco regionale della Lessinia Giuliano Menegazzi. La messa è stata officiata dal Vescovo di Verona monsignor Domenico Pompili, insieme al cappellano sezionale don Rino Massella. E dai 1.400 metri circa di altitudine, dalle parole e dai pensieri di tutti i presenti, ancora una volta, si è levato un inno alla Pace. “Le guerre le decidono i grandi, molto spesso anziani, ma le fanno i giovani, giovanissimi, mandati a morire in battaglia. Se questi nostri caduti ci parlassero, probabilmente è proprio questo che direbbero. L’auspicio è che oggi i grandi ascoltino la parola di Dio, che è parola di Pace”, ha esordito monsignor Pompili.

All’ANA Verona, oltre al compito di far Memoria grazie a cerimonie e momenti commemorativi così partecipati e sentiti come quello di ieri, anche l’onere e l’onore di coinvolgere le nuove generazioni in una missione vitale: imparare a porre il “noi” davanti all’”io”, a fare comunità, a pensare ai doveri prima che ai diritti. “I tempi stanno cambiando velocemente e corrono più veloci del nostro “Trentatrè”, l’inno alpino. Oggi più che mai dobbiamo essere lungimiranti, i visionari del nostro futuro associativo, proponendo delle idee innovative con nuove prospettive e realtà condivise con i nostri futuri eredi”, è intervenuto il vicepresidente dell’ANA Verona Massimo Venturini, portando i saluti del presidente Maurizio Trevisan. “Una di queste idee si è già concretizzata con successo: sono i campiscuola. Quelli dell’ANA nazionale, uno dei quali si è svolto proprio qui in Lessinia, a Camposilvano –  due settimane stupende a stretto contatto con 66 ragazzi e ragazze dai 16 ai 21 anni – e il camposcuola sezionale organizzato a Ronco all’Adige che ha visto protagonisti 33 partecipanti che hanno vissuto 10 giorni a stretto contatto con i volontari della Protezione Civile dell’ANA. Grazie a queste due esperienze, le ragazze e i ragazzi hanno potuto vivere le emozioni della nostra storia, le eccellenze delle truppe alpine, la professionalità della nostra protezione civile e serate in allegria con il gruppo giovani della sezione. Certo non è sufficiente, ma è la prova tangibile del valore dei nostri figli di oggi che se aiutati nel capire i Valori che contano nella vita sono in grado di stupirci!”, ha agguinto Venturini.

Parole di pace anche dalle istituzioni intervenute. Parole commosse quelle di Campedelli, al suo ultimo pellegrinaggio da primo cittadino di Erbezzo, che ha sottolineato come i confini debbano tornare a essere solo “luoghi di incontro e non più di scontro”. De Berti, ringraziando gli alpini per “tutto ciò che fate, che avete fatto e che, sono sicura, farete”, ha rivolto un pensiero a tutte le famiglie, “allora come oggi, straziate dalla perdita di una persona cara in battaglia”. “Dobbiamo cancellare i motivi di conflitto, di diversità e riscoprire ciò che ci unisce”, ha aggiunto Tosato.

Tutte le fasi della commemoriazione sono state animate dalla banda cittadina di Grezzana e dal coro “Amici della baita” di Lugagnano