Attualità di Roberto Vinco , 12/02/2023 10:15

BUONA DOMENICA con don Roberto: "Ama e fa' ciò che vuoi"

manifestazione di donne
Manifestazione di donne

Sant’Agostino, commento alla 1^ lettera di Giovanni

«E’ più comodo affidarsi al Dio dei dogmi e delle chiese

che alla propria coscienza. La coscienza non la puoi beffare.

È più severa delle leggi. È la parte più profonda di te».

Juan Arias, Il Dio in cui non credo

 

Dal Vangelo di Matteo 5,17-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento (…)». Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; (…). Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, (…) ”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”.

«Avete inteso che fu detto … ma io vi dico…»

Questa formula Gesù la ripete per ben sei volte.

A prima vista ci fa pensare ad un Gesù che vuole abolire la vecchia Legge per proporne altre di nuove.

Invece è proprio Gesù stesso che fin dall’inizio dice chiaramente:

«non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento».

Gesù non ha mai voluto contrapporre una sua morale alle leggi antiche. Vuole invece cambiare mentalità rispetto al modo di rapportarsi alla legge.

Qual è allora il vero intento di Gesù?

Vuole sostituire la morale della legge, con la morale della coscienza.

La persona, quindi la coscienza, viene prima delle legge.

Per il Vangelo il vero credente non è quello che osserva letteralmente i comandamenti. Che va a messa, che si confessa, che non uccide.

Uno che vive la religione in questo modo è uno che obbedisce a delle regole, ma che può anche diventare uno schiavo della legge.

Gesù invece vuole che la persona sia libera, creativa, responsabile, in ricerca. Vuole delle persone che abbiano il coraggio di scegliere, magari anche di sbagliare, ma quello che è importante è che tutti imparino a pensare con la propria testa.

Il Vangelo non è un manuale di istruzioni con le regole pronte per l’uso. Non ti da la rispostina e non ti dice che cosa devi fare per ogni tuo problema.

Le leggi, le regole, i comandamenti, devono aiutarci a vivere meglio, non a renderci schiavi.

Per questo bisogna imparare ad umanizzare la legge, darle un’anima. Quando ad una regola manca il cuore, diventa legalismo e la religione si trasforma in fanatismo.

Gesù ci indica la strada che ci insegna ad amare, a gustare la vita. Non a renderla più pesante e insopportabile.

Il suo progetto, lo stile di vita delle Beatitudini, non si limita al “non fare”.

Ci invita invece sempre ad agire in positivo.

Occorre andare oltre il non fare. Non sono a posto perché non ho fatto del male a nessuno. Devo invece chiedermi: che cosa ho fatto di bene per l’altro?

I tre esempi che il brano ci propone sono significativi.

Non uccidere. Gesù ci dice: guardate che non si uccide soltanto con le armi. Una persona si può ucciderla anche solo con una parola, con un giudizio.

Il non uccidere, in positivo, diventa: promuovi la vita!

Non commettere adulterio. Per Gesù tu puoi offendere e violentare una donna o un uomo anche solo con il pensiero, con uno sguardo.

In positivo, diventa: costruisci relazioni profonde, belle, vere, trasparenti.

Non mentire. Il tuo parlare sia: “si, si, no, no”! In positivo, diventa: fa che la tua parola sia sempre una parola vera, autentica, sincera.

Sant’Agostino sintetizza molto bene tutto il messaggio del Vangelo: “ama e fai quello che vuoi”.