Altri sport di Gianluca Vighini , 03/11/2022 11:44

IL CASO. Perché infangare una storia bella come quella di Carlotta Rossignoli?

Come può una storia bella, pulita come quella di Carlotta Rossignoli essere sporcata in questa maniera? Com’è possibile che la cloaca “social” possa riversare così tanto letame su una splendida ragazza di 23 anni che ha avuto il “torto” di essersi laureata in medicina con un anno di anticipo e con il massimo dei voti?

Conosco Carlotta da quando è bambina, conosco la famiglia, conosco ogni aspetto della faccenda. Carlotta è una ragazza privilegiata è vero. Non l’ha mai nascosto. Ogni giorno dice grazie ai suoi genitori che le hanno messo a disposizione i migliori mezzi per riuscire a completare i suoi obiettivi. Ma a differenza di tanti altri, con mezzi ancora superiori, lei ci è riuscita. Con costanza, impegno, serietà. E’ una storia di una famiglia piccolo borghese italiana, non certo di una dinastia di grandi imprenditori, che condensano sull’unica figlia tutto l’impegno e tutta l’attenzione.

Noi tutti vorremmo una figlia così. Ed ecco allora il problema. Siccome noi tutti ci scontriamo con la realtà di tutti i giorni, con le difficoltà dei nostri figli nel percorso scolastico, vedere una che “ce l’ha fatta” dà fastidio. Tanto fastidio. Enorme fastidio, così grande da creare invidia e maldicenze. I “social” diventano l’imbuto entro cui far sgorgare questo sentimento, perdonatemi, questa “merda” che ognuno di noi ha nell’animo e che lì trova un perfetto ventilatore per essere sparsa nell’ambiente.

Uno dei libri “fondanti” del nostro paese è il libro “Cuore”. Un libro pedagogico, in cui De Amicis voleva costruire degli “esempi” positivi ad una nazione che non aveva ancora identità. Erano storie di buoni sentimenti, di gesta eroiche ed epiche. Volendo applicare oggi le stesse modalità con cui si distrugge una storia come quella di Carlotta (che non ha certamente quell’epica, ma è solo una bella storia), probabilmente ci imbatteremmo in qualche “hater” che accusa il Tamburino Sardo di egocentrismo per aver voluto raggiungere a tutti i costi il reggimento dei Carabinieri a Villafranca nonostante fosse ferito.

Carlotta ha un solo grande “difetto”: per i miei gusti sta troppo sui social, su Instagram. Lei lo sa, glielo rinfaccio spesso, non mi piace quell’aspetto che dà di lei un’immagine falsa e distorta. Oggi le direi di chiudere tutto, di venire via, di dedicarsi solo alla Medicina. Ma sarebbe darla vinta a chi su quei social ci ha costruito una ricca carriera, facendo la morale a tutti, sfruttando proprio la leva della provocazione (poco importa se si condisce con “sospetti” e falsità). Stai lì Carlotta, continua a fotografarti, a sorridere alla vita come deve fare una ragazza di 23 anni. E’ lo schiaffo peggiore agli invidiosi che per avere un po’ di visibilità devono parlare di te.