Hellas Verona di Giovanni Vitacchio , 14/03/2022 19:05

Striscione contro Napoli, bufera su Verona. Sboarina: Ma no alla macchina del fango VIDEO

Le bandiere di Russia e Ucraina e sotto delle coordinate che rimandano alla città di Napoli. Elementi interpretati come l’invito alle due nazioni impegnate in una sanguinosa guerra a bombardare la città partenopea. A realizzare lo striscione i tifosi del Verona, nello specifico quelli della curva Sud, che hanno fatto comparire il messaggio contestato, all’esterno dello stadio Bentegodi, la notte prima della gara tra il Verona e la formazione di Spalletti. Uno slogan che ha sollevato un’autentica bufera sulla tifoseria gialloblù. “Occorre un’azione immediata contro il Verona se davvero si vuole arginare il razzismo negli stadi: la retrocessione in serie B”. Ha tuonato la dirigente nazionale per le Politiche per il Sud di Fratelli d’Italia, Gabriella Peluso, appena il fatto è diventato di dominio pubblico. Salvo però, poi, rimangiarsi quanto detto, scusandosi con Verona e i veronesi e spiegando di essersi lasciata andare solo per rabbia contro gli autori dello slogan. Duri anche il leader della Lega, Matteo Salvini e il ministro degli Esteri Lugi Di Maio che hanno definito lo striscione “ingiustificabile” aggiungendo che sulla guerra non si scherza. “Lo striscione è indegno e vergognoso, altroché goliardia”, ha sentenziato Zaia, il quale però ha tenuto a sottolineare il fatto che Verona sia una città accogliente. Condanna all’episodio è arrivata anche dalla Lega di Serie A, tramite l’amministratore delegato Luigi De Siervo: “In un momento tragico per l’invasione dell’Ucraina solo degli idioti possono immaginare un tale striscione, e bene ha fatto l’Hellas Verona a censurare tale atto”. La società di Maurizio Setti, infatti, ha pubblicato questo tweet nel quale si fa portavoce di un messaggio di pace, condannando qualsiasi atto, gesto ed esternazione che possano generare incitamento all’odio. Una presa di posizione è arrivata anche dal sindaco di Verona, Federico Sboarina. “Sulla guerra non si deve ironizzare” ha detto il primo cittadino. “Io ho visto personalmente il terrore negli occhi di donne e bambini che stiamo accogliendo, in fuga da una guerra che è solo a qualche ora di macchina da casa nostra. Gli sfottò tra le tifoserie sono sempre esistiti, ma lo striscione esposto non ha il sapore della goliardia perché tira in ballo una tragedia su cui non si può scherzare. Tanto più a Verona, dove l’accoglienza, la solidarietà e il cuore dei veronesi sono stati grandi”. “Allo stesso tempo però – prosegue Sboarina – rispedisco con decisione al mittente le solite e stucchevoli accuse rivolte a Verona. Fin troppe volte singoli episodi sono stati strumentalizzati e trasformati in macchina del fango sulla tifoseria e su una città intera. Addirittura oggi c’è chi, come tale Gabriella Peluso (esponente campana di Fratelli d’Italia, lo stesso partito di Sboarina, ndr), che chiede assurde penalizzazioni nei confronti dell’Hellas addirittura la retrocessione, lo fa solo per far parlare di sé, meglio che si occupi di altro e non della nostra città”.

Intanto, se per lo striscione non sono previste sanzioni, gli ispettori della Procura della Federcalcio hanno fatto sapere di aver sentito e segnalato cori razzisti dei tifosi del Verona durante la partita disputata contro il Napoli, verosimilmente rivolti a Koulibaly. Se confermati, comporterebbero sanzioni nei confronti della società e l’ennesima macchia su un’intera tifoseria, per colpa di pochi ultras che con la passione per il calcio poco hanno a che fare.