A Verona una rete sociale supporta le famiglie con bimbi fino a 36 mesi
Educatori, psicologi, mediatori culturali ma anche mamme. Come Luce, che ha raccontato la sua esperienza e il suo parto in ‘zona rossa’, lontana dalla famiglia d’origine. Questa mattina, in Gran Guardia, si è tenuto il convegno ‘Insieme a te’, un’occasione per guardare in faccia i frutti dei servizi attivati a Verona per genitori e bimbi dagli 0 ai 3 anni. Una rete che supporta le famiglie i neonati nei loro primi 1000 giorni di vita insieme. Un progetto attivo dal 2018, nato dalla co-progettazione di Aribandus, Comune di Verona, Ulss 9 Scaligera, Cooperativa CSA, Pensiero visibile, Cooperativa Azalea e Università degli Studi di Padova. Un accompagnamento educativo, che punta alla compartecipazione dei genitori, che ha coinvolto in tre anni 650 tra mamme, papà, nonni e bambini.
Numerosi i servizi proposti e aperti a tutti. Dall’Home Visiting, affiancamento domiciliare per neo mamme e neo papà, allo Spazio Bebè, che offre momenti di condivisione e approfondimento con specialisti ai quali rivolgere domande e perplessità. Fino a Girotondo, servizio educativo che attiva la sperimentazione e la creatività nei bimbi fino a 36 mesi. E infine i percorsi e laboratori degli Atelier. Oltre ad un servizio di mediazione linguistico culturale per favorire l’accesso e l’accompagnamento delle donne straniere.
Martedì mattina, al seminario in Gran Guardia, era presente il consigliere comunale delegato alla Famiglia Anna Leso, insieme alle referenti di Aribandus Elisabetta Masotto e di CSA Sonia Marastoni.
“Un neonato non nasce da solo – ha detto Leso -. Ma i genitori, spesso alle prime armi, vanno sostenuti. Le nascite sono sempre meno numerose, molte famiglie sono in difficoltà, uno dei compiti dell’Amministrazione comunale è proprio riunire le forze, fare rete e dare risposte, dalla salute alla mediazione culturale, dalla scuola all'animazione. Occorre creare opportunità di accesso ai nidi, ma anche garantire luoghi sani di incontro e confronto”.
In sala anche mamma Luce, con il suo bimbo, per testimoniare l’importanza di questi servizi. “Mio figlio è nato con parto cesareo quando eravamo in zona rossa. Mi trovavo a Verona ma la mia famiglia d’origine è friulana. Non avevo supporti o persone che potevano venirmi a trovare, vista la pandemia. Ricevere le telefonate delle educatrici anche solo per sapere come accettare il pianto del mio bimbo che non voleva stare nella carrozzina è stato un sollievo. Tutti i neo genitori hanno bisogno di aiuto e questi servizi lo offrono, grazie a professionisti pronti ad intervenire, ascoltare e condividere.