Intitolata a Libero Cecchini la Sala Consiliare dell’Ordine degli Architetti di Verona

Più di un tributo doveroso, un segno di ringraziamento all'uomo, all'architetto, al maestro, all'artista e al libero pensatore che ha ridisegnato il volto moderno di Verona dalla ricostruzione del Dopoguerra - compresa quella dei ponti storici sotto la guida del soprintendente Piero Gazzola - al pieno sviluppo urbano della Città.
A poco più di un anno dalla scomparsa, era il 20 aprile 2020, l’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Verona, unitamente all’Associazione Culturale Architetto Libero Cecchini, dà seguito alla promessa fatta e intitola, sabato, a Libero Cecchini la Sala Consiliare nella sede M15 dell’Ordine agli ex Magazzini Generali di Verona.
A tagliare il nastro insieme al presidente dell’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Verona, Amedeo Margotto, Vittorio Cecchini, architetto, figlio di Libero Cecchini e Presidente dell’Associazione Culturale Architetto Libero Cecchini, Laura De Stefano, vicepresidente degli Architetti, tra i curatori dell’ultima mostra su Cecchini; quindi - come omaggio della Città - gli assessori Ilaria Segala e Francesca Briani, rispettivamente assessore alla Pianificazione urbanistica e alla Cultura del Comune di Verona.
Alla cerimonia hanno partecipato, inoltre, Alberto Vignolo, direttore Rivista ArchitettiVerona; Donato Larizza, presidente del Consorzio Marmisti Veronesi (AS.MA.VE.); Marco Giaracuni, presidente dell’Accademia delle Belle Arti di Verona e Barbara Bogoni, docente del Politecnico di Milano e curatrice della monografia: "Libero Cecchini - Natura e archeologia al fondamento dell'architettura".
L’INCISIONE NELLA PIETRA, OMAGGIO A LIBERO – Non una targa a ricordare il nome di Libero Cecchini, ma un’incisione nella “sua” pietra con un monito-testamento per quanti hanno fatto dell'architettura la propria professione. “Inserirsi nelle pieghe del paesaggio”, dice l’iscrizione inserita tra le doghe di legno del pavimento antistante la Sala Consiliare: un'idea dell'arch. Paola Ravanello, a ricordare l'impronta e il sigillo che la sua architettura ha lasciato nelle pietre di Verona e non solo. A sigillo del messaggio, la firma di Libero e timbro dell’Ordine su quel n. 17, la sua iscrizione all'Albo degli Architetti veronesi, nel lontano 1945.
Opera di Matteo Cavaioni, già collaboratore di Cecchini, l’incisione fissa, indelebile, la firma di Libero nella “casa” degli Architetti di Verona e il suo testamento “poetico”: la passione per i materiali e per il paesaggio che lui ha “attraversato” con mani e cuore fin nelle fessure più inedite. E da lì, lo ha guardato, progettato, interpretato, plasmato, ri-creato e riabilitato perché l’architettura potesse arrivare a tutti. In un’attenzione continua all’identità dei luoghi, alla memoria, alla storia urbana del contesto e al suo divenire moderno e innovativo. Amava definirsi un “paesaggista dell’urbanistica”, a sottolineare come nelle sue opere di restauro, architettura, design, urbanistica e scultura ci fosse una forte connessione tra progetto e contesto: in quella necessità di riconoscere l’alto valore delle preesistenze, storiche e paesaggistiche, a cui il progetto deve sempre sottostare.
LE INIZIATIVE CULTURALI E DI DIVULGAZIONE, SITO WEB E MUSEO VIRTUALE – La Cerimonia è stata occasione per lanciare un’anteprima delle due iniziative culturali e di divulgazione - in via di completamento - che, a un anno dalla scomparsa, l’Associazione Culturale Architetto Libero Cecchini, nata a Verona nel 2009 in occasione del 90° compleanno dell'architetto, sta predisponendo per mantenere viva la figura e l'operato: più di 600 progetti in oltre settant’anni di professione tra opere pubbliche, ville, complessi residenziali tra la città, il lago di Garda e la Lessinia. Da un lato, un sito web dove si potranno consultare gli innumerevoli disegni e progetti dell'archivio Cecchini, visualizzabili on line secondo una catalogazione sistematica e scientifica; quindi, l’idea nata dalla tesi di Master in Digital Exibit (IUAV) dell'architetto Elisabeth Foroni, di un museo virtuale che raccoglie le immagini, i disegni e le interviste che ripercorrono il percorso umano e professionale di Libero Cecchini.
Accanto a queste iniziative, le tante mostre allestite negli anni della più completa negli spazi degli Scavi Scaligeri nel 2011 a quelle tematiche, fino al settembre 2019 per i 100 anni dell'architetto con l’esposizione “Libero 1:100” promossa in collaborazione e nella sede dell’Ordine degli Architetti P.P.C. di Verona.
«Non c'è Verona fuori dalle mura costruite da Cecchini, scrivevamo alla notizia della scomparsa di Libero. Oggi, quello dell'Ordine è un piccolo segno, tangibile, di ringraziamento per l'eredità che ha lasciato a Verona - sottolinea Amedeo Margotto, presidente degli Architetti veronesi -, a noi professionisti e a tutta l’Architettura. Lo avevamo festeggiato, insieme alla città, nel settembre 2019 per i suoi 100 anni, quale presenza costante e riferimento umano e professionale per generazioni di architetti. Libero ha incarnato, nella sua poliedricità di vedute e di approccio, la figura “dell'architetto e dell’artista-scultore”, capace di forgiare pensiero e materia, storia, modernità e identità, metodo e tecnica, ispirazione poetica e capacità organizzativa. Nei suoi innumerevoli progetti restano incisi i tratti della sua personalità e della sua visione dell'architettura: l’amore innato per i materiali, per la pietra, per la scultura e il suo paesaggio».
«Le iniziative culturali e divulgative proposte dall’Associazione Culturale Architetto Libero Cecchini in sinergia con l'Ordine degli Architetti di Verona - spiega Vittorio Cecchini, architetto, figlio di Libero e presidente dell’Associazione - e questa dedicazione della sala Consiliare, diventano, oggi, ulteriore stimolo per promuovere l’immane archivio che Libero ci ha lasciato. Senza conoscenza non ci può essere valorizzazione: ecco perché l’obiettivo è quello di farlo conoscere ai giovani architetti, di cui ha sempre voluto circondarsi, mai considerandosi superiore ma aperto, sempre e fino agli ultimi giorni, a nuovi stimoli ed esperienze.».
Nelle parole dell’assessore all’urbanistica, Ilaria Segala e alla cultura Francesca Briani, ricordi personali e l’impegno della Città: un omaggio all'architetto che fino agli ultimi giorni si è interessato agli sviluppi urbani della sua Verona, consegnando all'amministrazione anche la sua idea per il futuro Central Park, proposta insieme ad un giovane architetto. E la dedica a Cecchini, da parte dell’assessore Briani, della riapertura del Centro internazionale di Fotografia agli Scavi Scaligeri che proprio Libero aveva recuperato a fine anni Settanta.